Pubblicato il 14 novembre 2023 alle 14:13
Il dialogo sociale in Italia si sta “francesificando”? È questo il timore del governo Meloni, evidenziato da “La Repubblica”. Il quotidiano di centrosinistra fa eco ampiamente all’appello allo sciopero generale lanciato dai sindacati per questo venerdì. Intendono manifestare il loro disaccordo con il bilancio 2024, che considerano pericoloso per il mantenimento dello stato sociale e dei diritti dei lavoratori.
Ma il dibattito che agita i media transalpini riguarda soprattutto il diritto di sciopero, criticato come un “capriccio” da Matteo Salvini, che irride “uno sciopero del lavoro di venerdì”. “Milioni di italiani non possono essere ostaggio dei capricci di Maurizio Landini [secrétaire général de la CGIL, équivalent de la CGT, NDLR], che vuole organizzare un altro lungo weekend. »
Servizio minimo
Il diritto di sciopero è sacrosanto, aggiunge l’ex ministro dell’Interno, ora dei Trasporti, ma «non si può bloccare l’Italia per 24 ore». Questo è anche il parere del garante del diritto di sciopero della Commissione: egli precisa che farà rispettare la legge che lo regola in maniera piuttosto severa nella Penisola, per garantire un servizio minimo in un ampio elenco di settori “essenziali”. I blocchi si ridurranno così a 4 ore nell’arco della giornata.
“Sciopero negato”, titola a tutta pagina “La Repubblica”. I sindacati denunciano il “compiacimento politico” mettendo in discussione un diritto fondamentale. Sottolineano che “come atto di responsabilità abbiamo esentato i viaggi aerei e ridotto lo sciopero dei vigili del fuoco. Per il resto lo sciopero è confermato”.
“L’esempio francese”
“La Repubblica” insiste su un dialogo sociale sempre più teso, con la tentazione dell’opposizione al governo di Giorgia Meloni di seguire “l’esempio francese”, spesso citato in Italia dai sindacati ammiratori di una “vera arte”, in una Francia dove “ i cittadini sanno farsi rispettare”.
“L’approccio dell’esecutivo è arrogante”, critica la leader del Partito democratico Elly Schlein. “Matteo Salvini dovrebbe invece chiedersi perché si sciopera. In Italia non sono i ministri a decidere quante ore di sciopero previste e se avranno luogo o meno, è diritto dei cittadini decidere se aderire o meno. » Negli ultimi anni sono diventati sempre meno numerosi e meno lunghi. Qualcosa di nuovo per citare la Francia, dove un ex presidente della Repubblica si è rallegrato che “d’ora in poi, quando ci sarà uno sciopero, nessuno se ne accorgerà”.
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