È ancora rivelatore. Ancor prima della sua uscita (5 ottobre), il film di Denis Arcand, VolereSono scoppiate discussioni divise e polarizzate. Dobbiamo infatti rendere omaggio ad Arcand che ha saputo realizzare un film non piatto, non consensuale, non civettuolo, non “buono”. Ma dobbiamo lodarlo anche per questo Tutti ne parlano“Ha lanciato una campagna clamorosa, liberatoria e potente”. Vaffanculo ! “.oh.mio.Dio.questo.ha.fatto.bene.”
Stai zitto, Monkle
Arcand è uno zio antiquato che ferisce i coniglietti ridendo della parola “autore” o un artista attuale e senza tempo che solca il suo solco e non si preoccupa della moda? Dal primo comunicato stampa e dall’esposizione mediatica, le cose sono state divise tra generazioni. Non ce ne rendiamo conto Volere Allo stesso modo se siamo una ragazzina tatuata con un nome composto, nutrita di cicli di moralità e cultura religiosa, o se siamo puri prodotti del ciclo classico ancora in lutto per il referendum rubato del 1995. Ma se siamo i baby boomer o gli eredi della Rivoluzione Tranquilla che andavano a leggere Henri Tranquil, abbiamo trovato piacevole lo sfogo domenicale di Denis Arcand. Contesto: Carter, il figlio transgender di Denis Arcand, appare brevemente nel film Volere. Così JA LePage chiede ad Arcand se ha “consultato” suo figlio riguardo alle scene del film in cui parla di persone non binarie. “No, sono assolutamente contrario. Penso che la creazione sia una cosa del tutto personale. È qualcosa che viene dal profondo. È come chiedere a Shakespeare ‘Sei andato in Italia a vedere i Capuleti e Montagu?’ Sarebbero d’accordo con la tua interpretazione di Romeo e Giulietta? Vaffanculo ! » Poi ha proseguito: «Si fanno le consultazioni ai governi, si fanno i sindacati, si fanno i comuni che vogliono sapere se chiuderemo la Camilian-Hood Road. Puoi fare consultazioni a riguardo. Ma non per iscritto! »
- Ascolta l’intervista a Remy Girard, attore del programma Sophie Durocher, via Radio QUB :
Che brillante lezione sulla creazione! Sì, scrivere un film, dipingere un quadro o comporre una canzone è un lavoro personale. Non abbiamo mai visto un “comitato” produrre un’opera d’arte così interessante. Non conosco nessun “comitato consultivo” che abbia lampi di genio. L’arte non è stata creata per essere consensuale, per adulare o per confortare. “Se vuoi un amico, procurati un cane”, ha detto Gordon Gekko. Wall Street. Se vuoi conforto, comprati un romanzo di Arlecchino o ascolta la musica dell’ascensore.
Sì, Denis Arcand fa una battuta (o meglio una battuta) sui pronomi non binari in Volere. Ma non chiamate il Consiglio consultivo di difesa tripartito della Lega Ni Lui Ni Elle del Quebec orientale. Non c’è malizia in questo innocuo scherzo.
Bo Kabab
Ieri alla Radio Pravda ho sentito un editorialista culturale definire Denis Arcand un “reazionario” e definirlo un “reazionario”. Volere È un film completamente “irresponsabile”, che “dà argomenti a coloro che prendono scorciatoie intellettuali”. Volevo solo dirgli: Vaffanculo ! »
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