Queste sono le informazioni che ci arrivano dalla BBC. Ma prima o poi arriverà inevitabilmente a noi da ogni parte dell’Occidente.
Così, la BBC ci informa che a Birmingham, nel Regno Unito, in ottobre verrà eretta una statua che celebra l’hijab islamico – più precisamente, sarà la statua di una donna velata, una donna velata in generale.
Verrà installato in un quartiere a forte presenza islamica. Questo ci ricorda che la demografia impone sempre la sua legge.
Regno Unito
Sarà lungo cinque metri e peserà una tonnellata.
Sarà installato da un’associazione che promuove il multiculturalismo.
Lo scultore Luke Perry, orgoglioso del suo lavoro, conferma che garantirà la rappresentanza della comunità islamica nel Paese.
Sembra che questa sia la prima statua di questa natura al mondo, e questo non è un dettaglio. Arriva quindi con una carica simbolica molto speciale: rappresenta qualcosa di senza precedenti. Ci sarà un prima e un dopo.
Questo si chiama identificare la tua zona. È un gesto di conquista. L’Islam radicale, in tutto il mondo occidentale, lotta da trent’anni per imporre e normalizzare il velo islamico.
È riuscito a rendere accettabile la seguente idea: se sei aperto alla diversità e alla differenza, se sei un sostenitore della tolleranza, accetterai l’hijab islamico e addirittura lo celebrerai.
Il Canada si è unito a questa propaganda, il Regno Unito sta facendo lo stesso, così come l’Unione Europea. In generale, le élite occidentali ne sono convinte. Ciò spiega la loro ostilità al secolarismo.
Nel suo discorso di martedì, António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, ha denunciato anche i paesi che “opprimono” le donne perché non indossano abbastanza vestiti, e quelli che le perseguitano perché indossano troppi vestiti.
In sostanza, mette l’Iran e la sua polizia dell’abbigliamento sullo stesso piano della Francia (o del Quebec) che vuole regolamentare su larga scala i segni religiosi ostentati nelle scuole o nei luoghi pubblici.
Questo ci ricorda quanto spesso le Nazioni Unite siano un’organizzazione ostile ai valori profondi della nostra civiltà.
O ancora ne assaporeranno l’ironia. Perché negli ultimi anni abbiamo costruito meno statue di quanto abbiamo fatto di tutto per abbatterle.
- Ascolta la trasmissione in diretta dell’incontro di Matthieu Bock Cot e Richard Martineau ogni giorno alle 10:30 tramite Radio QUB :
islamismo
Era necessario porre fine ad alcune personalità che, a quanto pare, dovevano essere espulse dallo spazio pubblico. È tempo di fare tabula rasa. E c’era qualcuno in mezzo sbloccatori Zucchero distruttivo.
C’è addirittura chi sostiene che non sia più necessario costruire statue, poiché le società non possono immortalare eroi i cui volti cambiano con il passare del tempo.
Ma nessuna società può vivere a lungo in un vuoto simbolico. La relatività è solo ad un passo. Se smantelliamo le statue, alla lunga saremo destinati a imporne di nuove.
L’islamismo non sarà in grado di definire il suo territorio se la nostra civiltà non pratica l’inginocchiamento.
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