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Dopo l’arrivo massiccio di migranti in Italia, Mentone si prepara ad affrontare un aumento delle traversate

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Caroline Baudry / Crediti fotografici: JEAN CHRISTOPHE MAGNENET / AFP
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19:45, 19 settembre 2023

Pochi giorni dopo il massiccio afflusso di migranti in Italia, la Francia ha deciso di rafforzare la frontiera con il suo vicino. A Mentone le autorità si stanno organizzando per poter adeguare le infrastrutture e pensano di requisire un albergo per ospitare i minori non accompagnati. Da parte sua, il dirigente non nasconde la sua preoccupazione.

Raggiungere la Francia: è questo l’augurio di decine di migranti arrivati ​​in Italia negli ultimi giorni. Di fronte al potenziale afflusso di migranti alle porte del Paese, la Francia ha deciso di reagire rafforzando la frontiera con l’Italia. A Mentone, il primo comune francese dopo l’Italia, lungo il Mediterraneo, il prefetto delle Alpi Marittime ha assicurato che lì non ci sarà nessun campo per migranti.

Un albergo requisito per ospitare minori non accompagnati?

Ma davanti alla sede della polizia di frontiera, arroccata sulla collina affacciata sul mare, la situazione diventa più chiara. È qui che gli stranieri in situazione irregolare, arrestati, vengono collocati prima di essere sistematicamente consegnati alle autorità italiane. D’ora in poi è previsto che in caso di afflusso eccessivo venga messo a disposizione un terreno comunale adiacente all’edificio della polizia per la sorveglianza da parte del CRS di altri 100 stranieri.

I minori non accompagnati potrebbero essere ospitati in un albergo requisito. Un hotel Ibis economico situato a un chilometro dalla posta. Quest’ultimo però al momento è pieno. Quindi, dal punto di vista gestionale della struttura, temiamo di dover cancellare i clienti e le conseguenze che ciò avrebbe per la struttura.

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“Non sono in grado di prendermi cura di 50 adolescenti”

“Immagina che un minorenne cada a terra. Chi è il responsabile?” chiede Mathieu, direttore dell’Ibis budget, al microfono di Europe 1. “Mi piacerebbe aiutare queste persone, lo capisco, ma dopo un po’ non dovresti confondere tutto. Penso che ci siano organizzazioni fatte per quello. Soprattutto perché non sappiamo nulla. Forse ce ne sono alcuni che arriviamo con le malattie. È triste a dirsi, ma diventiamo un po’ egoisti e questo non è il nostro core business,” continua.

“Non sono in grado di prendermi cura di 50 adolescenti per una settimana. Ognuno ha il proprio lavoro”, conclude. Ciò che teme questo mentonese è la visione di queste scene ormai diventate parte della sua vita quotidiana: migranti in infradito, dicono, che scendono dall’autostrada con le corde e giovanissimi senza niente da fare e i cui non uno, crede Mathieu, sembra preoccuparsene.

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