Il ministro dell’Energia turco ha messo in dubbio per la prima volta l’utilità della piattaforma di scambio del gas con la Russia che Vladimir Putin ha proposto l’anno scorso al presidente Recep Tayyip Erdogan.
“Non tutti sembrano rendersi conto che abbiamo già un sito di trading di gas ed energia elettrica che funziona bene ogni giorno: abbiamo davvero bisogno di un’altra piattaforma?” Lo ha detto il ministro Alp Arslan Bayraktar a diversi giornalisti, tra cui l’Agence France-Presse.
“Vendiamo gas alla Bulgaria e all’Ungheria. Bayraktar, intervenuto giovedì ad Ankara, ha sottolineato che la Turchia è già un paese di transito affidabile per il gas.
L’intervista è stata vietata fino a venerdì mattina su richiesta del ministero.
L’anno scorso, il presidente russo Vladimir Putin ha proposto al presidente turco Erdogan la creazione di un “centro del gas” per esportare gas verso l’Europa e i paesi terzi, a margine di un vertice regionale ad Astana, in Kazakistan.
Il giorno successivo, il capo di Stato turco ha confermato che sarebbero iniziati senza indugio i lavori per un “centro di distribuzione internazionale”.
“Non ci sarà alcuna attesa su questo tema”, ha detto, spiegando che è possibile costruire il potenziale “centro” nella regione della Tracia, nella Turchia nordoccidentale al confine con la Bulgaria e la Grecia.
L’idea è stata accolta molto bene dagli europei, che l’hanno vista come un modo per la Turchia di aumentare i propri acquisti dalla Russia cercando al tempo stesso di limitare i propri acquisti.
“Non ha senso per noi creare nuove infrastrutture che ci consentano di importare più gas russo”, ha sottolineato Parigi.
Vladimir Putin ha poi corretto le sue affermazioni sottolineando che stava pensando più ad una piattaforma di e-commerce che ad un vero e proprio luogo di stoccaggio del gas.
E’ una cosa che anche il ministro sembrava escludere giovedì.
Poi, le scelte sul treno depuis Astana “in stagione (con un frappé di succo di Turquie il 6 febbraio) alle elezioni: ci saranno per una pausa, ma qualcuno di noi sarà nelle discussioni” – aggiunge .
La Russia già rifornisce la Turchia attraverso il gasdotto TurkStream che attraversa il Mar Nero.
Ankara, che dal febbraio 2022 riesce a intrattenere rapporti sia con Mosca che con Kiev, spera ancora di svolgere il ruolo di mediatore tra le due parti.
Bayraktar ha osservato che la Turchia, che ha un enorme fabbisogno di gas – il 90% del quale è coperto dalle importazioni – ha compiuto sforzi per diversificare le sue forniture e “importazioni da dieci paesi diversi”, citando in particolare l’Algeria, il Qatar e il vicino Israele.
Ha aggiunto: “Ne ho parlato con il ministro israeliano dell’Energia, e (il presidente) Erdogan parlerà con il primo ministro israeliano”.
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