domenica, Novembre 24, 2024
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Un diario di bordo per i nostri cervelli a tutti i livelli: alcuni pensieri sulle teorie quantistiche della coscienza

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Notiamo innanzitutto che molte di queste teorie quantistiche sulla coscienza sono state formulate molti decenni fa, quando la nostra conoscenza delle neuroscienze era ancora embrionale. Ma le cose sono cambiate molto da allora, come ho cercato di mostrare in questo post Difficilmente tocca tutte le teorie neurobiologiche della coscienza che ora si basano su molti dati empirici. che, in certo modo, applica il noto principio della semplicità, dell’economia o della miseria Lama di Occam, il che significa che preferiamo prima l’ipotesi sufficiente più semplice. Fondamentalmente euristico nella scienza, senza implicare chiaramente che l’ipotesi che sembra la più ovvia sia necessariamente l’ipotesi corretta.

Ho anche spesso insistito sul fatto che le nuove caratteristiche si verificano a più livelli di organizzazione nei quartieri. Di conseguenza, le analogie più interessanti tra i pensieri coscienti e l’attività cerebrale si trovano spesso nei livelli superiori dell’attività dinamica generale delle nostre reti cerebrali, piuttosto che a livello degli impulsi nervosi lungo un assone, l’apertura del canale ionico, per non parlare, io temo, a livello di stati quantici Funzione d’onda sovrapposta o collassata.

Fedele alla teoria Decoerenza quantistica Ci permette di comprendere in modo soddisfacente il passaggio dal livello dei fenomeni quantistici alla fisica classica che sperimentiamo quotidianamente e che governa tutti i fenomeni neurologici. Ma a questo proposito, possiamo naturalmente dire che “tutto è quantico”, compresa la coscienza, ma in un modo così banale che possiamo poi classificare una roccia o una molecola d’acqua come un “quanto”.

Il potere esplicativo della decoerenza quantistica può sopravvivere? Ripercussioni specifiche a livello molecolare o biologico superiore come alcuni credono? Questo è ancora altamente speculativo e gli esperimenti previsti per dimostrare sono di incommensurabile livello di difficoltà tecnica.

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Perché la parola “quanto” definisce essenzialmente solo la natura discreta del fenomeno della piccolezza infinitesimale, una proprietà che non ha più valore a livello della fisica classica alla base di fenomeni chimici e biologici le cui proprietà possono benissimo produrre da sole l’emergere della nostra coscienza processi.

Allora possiamo sempre, se ci diverte o ci affascina, continuare a fare metafisica nel primo senso del termine, cioè cercare cose come l’ordine implicito che possa esistere al di fuori della fisica finora conosciuta. Ma per parafrasare Laplace a proposito della coscienza questa volta, ho la sensazione che possiamo sostituire Dio con qualunque cosa chiamiamo “quantum” e ripetere con lui che non abbiamo necessariamente bisogno di queste ipotesi per formulare modelli esplicativi scientificamente coerenti della cosa .

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