L’ironia deriva dal fatto che due ricercatori francesi, che postano 20 luglio sull’American Journal scienza, hanno analizzato retrospettivamente i dati dai satelliti GPS, a intervalli di 5 minuti, durante le 48 ore precedenti a 90 grandi terremoti negli ultimi 20 anni. Hanno scoperto che dove i dati erano più accurati, si poteva effettivamente rilevare un leggero spostamento delle placche tettoniche: in media, 2 ore Prima che il terremoto fosse rilevato dai sismografi. Al momento, gli avvisi vengono misurati al massimo in minuti.
Il rovescio della medaglia è quello livello di accuratezza richiesto Supera di gran lunga ciò che ci si aspetta tradizionalmente da un GPS: Dovrebbe in teoria Essere in grado di rilevare i movimenti entro un decimo di millimetro.
La storia insegna anche cautela, come ricorda il sismologo Roland Burgmann commento A corredo dell’articolo: Il passato è stato segnato, a partire dagli anni ’70, da numerosi tentativi di rilevare “segni preliminari” di terremoti. Il problema è sempre stato che questi segnali di avvertimento sono raramente chiaramente distinguibili dal normale “rumore di fondo” sismico.
Quello che suggeriscono Quentin Pelletre e Jean-Mathieu Noquet dell’Università della Costa Azzurra di Nizza – analizzando lo ‘slittamento’ delle placche tettoniche – potrebbe rivelarsi un ‘segnale’ diverso dagli altri. Ma se allo stesso tempo risulta che il livello di accuratezza richiesto è molto elevato, allora la tecnologia di tali scoperte non è ancora alla nostra portata …
“Appassionato di alcol. Piantagrane. Introverso. Studente. Amante dei social media. Ninja del web. Fan del bacon. Lettore”.