lunedì, Aprile 7, 2025
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L’Italia a Bruxelles per difendere il valore degli imballaggi ortofrutticoli

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“Regolamento sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio (PPWR): ora è il momento di convincere tutti i politici del Parlamento europeo e della Commissione che gli imballaggi non dovrebbero essere demonizzati, ma valorizzati evitando i rifiuti e sfruttando la loro comprovata riciclabilità”.

Una decina di giorni fa si è svolto il convegno “Il Valore del Packaging: sostenibilità e spreco alimentare nell’ortofrutta” (NdR: Il valore del packaging: sostenibilità e spreco alimentare nell’ortofrutta) organizzata da Ortofrutta Italia, l’organizzazione interprofessionale del settore ortofrutticolo italiano, si è tenuta presso la sede del Parlamento Europeo a Bruxelles. Mauro Salini, Presidente di Pro Food, il gruppo di prodotto Unionplast che riunisce 14 aziende produttrici di imballaggi alimentari (anche per ortofrutta), con un fatturato complessivo di 1,5 miliardi di euro, 4.500 addetti e oltre il 70% della produzione per frutta e verdura era presente anche la verdura.

Mauro Salini, presidente di Pro Food, Roberto Zanichelli, membro del comitato di comunicazione di Pro Food, Marco Omboni, consigliere di Pro Food

“Gli eurodeputati italiani hanno compreso le posizioni del settore ortofrutticolo”, afferma Salini, “e concordano con le posizioni espresse da Ortofrutta Italia, che coincidono esattamente con quelle difese da Pro Food. In questa fase è necessario sensibilizzare i rappresentanti politici di altre nazioni, soprattutto quelle più impegnate nel settore ortofrutticolo, come quelle dell’area mediterranea. Come abbiamo detto in altre occasioni, condividiamo tutti gli obiettivi fondamentali del PPWR, ma vogliamo esprimere la nostra preoccupazione per le conseguenze del testo originale, che non va nella giusta direzione per il raggiungimento di questi obiettivi. »

“In effetti, il testo originario prevede in particolare il divieto di imballaggi che altre parti della normativa considerano “virtuosi” per l’alto contenuto di materiali riciclati e la loro riciclabilità. È quindi imperativo cambiare rotta e modificare questo progetto di regolamento, concentrandosi su prove scientifiche e non ideologiche. »

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Tutti concordano sul fatto che l’applicazione del PPWR porterebbe a un forte aumento dei costi, persino all’aggravamento degli effetti sull’ambiente. “Ma il danno maggiore”, ripete Salini, “riguarderebbe soprattutto la filiera ortofrutticola, in tutta la sua lunghezza: in primis, gli agricoltori sarebbero costretti a rivoluzionare le modalità di raccolta e conservazione e diventerebbero potenzialmente oggetto di coltivazione controversie legate all’inevitabile deterioramento del prodotto sfuso. E questo non vale solo per l’Italia, ma per tutti i paesi a forte vocazione agricola, come la Francia e soprattutto la Spagna. »

Prosegue Salini: “Gli spedizionieri e la logistica in genere sarebbero costretti a tenere conto di una shelf life media dei prodotti, condizionata dall’assenza della protezione un tempo fornita dagli imballaggi, mentre la grande distribuzione dovrebbe passare da una gestione ragionata dell’approvvigionamento all’ingrosso ad un ingombro generalizzato, con un aumento degli sprechi legato a variabili non controllabili. »

“La conseguente riqualificazione degli spazi dedicati all’ortofrutta nel punto vendita potrebbe ridurre l’offerta, penalizzando non solo la scelta dei consumatori, ma anche i negozi di medie dimensioni ei discount che oggi sono la preferenza dei consumatori. »

“Finalmente, conclude il presidente, il consumatore troverebbe sugli scaffali dei supermercati un prodotto non solo peggiore e più costoso, ma privo di tutele dal punto di vista igienico. Per questo è fondamentale che i decisori comprendano tutti questi aspetti e ne traggano le conseguenze in sede di approvazione del testo. »

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