Con lui, gli italiani hanno imparato a deridere i loro politici più di prima. Un triste spreco di trent’anni di potere…
È morta poche settimane faSilvio Bersculoni ha svolto importanti funzioni negli ultimi 30 anni in Italia. Tre volte Presidente del Consiglio dei Ministri, leader di un partito, Forza Italia, un tempo potentissimo e presente ancora oggi nella maggioranza, altre volte leader dell’opposizione… La sua influenza è stata grandissima.
Tuttavia, i suoi più grandi successi Quella era la sua carriera. Nasce come venditore di elettrodomestici, e in pochi anni costruisce un impero nel campo dell’audiovisivo, con i suoi tre canali televisivi di grande audience, e nello sport, dove il Milan si riprende in maniera strepitosa.
alcuni lo accusarono ingiustamente, Combinare le funzioni del Gran Capo e del Primo Ministro. In effetti, sarebbe altamente antidemocratico impedire a un uomo d’affari di candidarsi a una carica politica. Ed è difficile capire perché un buon manager debba essere incolpato per aver ottenuto un lavoro che gli consente di governare il paese. Anche se gestire un’azienda e gestire un paese sono cose diverse, non c’è motivo di credere che un uomo d’affari se la cavi meno bene di un funzionario pubblico. Guarda la Francia: non importa quale partito governa, quasi tutti i ministri provengono dalla pubblica amministrazione e questo non è un successo.
Se c’è stato un “miracolo economico” italiano, è stato prima di Berlusconi.
Tuttavia, per quanto lo era Berlusconi Finanziere di successo, a volte accusato di metodi dubbi, la sua carriera politica è costellata di fallimenti. Peggio ancora di Donald Trump, anch’egli privo di coerenza, ma che ha avuto meno successo (riforma fiscale, Accordi di Abramo), Berlusconi incarna l’eroe politico di vincere le elezioni (e talvolta perderle, nel Paese di rotazione) ma non farlo . Bene con la forza che ha guadagnato.
Aveva promesso una “rivoluzione liberale”. In effetti, non ha fatto quasi nulla per ridurre l’eccessiva regolamentazione che aveva soffocato l’Italia per secoli. Non abbassò in alcun modo il livello della sua tassazione, appena inferiore a quella belga, né osò cambiare nulla dell’onnipresenza e dell’inefficace esercizio dell’amministrazione italiana, nazionale e provinciale, gonfia e difficile.
Insomma, non è riuscito a modernizzare l’Italia. Se c’è stato un “miracolo economico” italiano, è stato prima di Berlusconi. Deteneva il potere ma non faceva nulla. È probabile che ne abbia tratto vantaggi personali influenzando l’approvazione di determinate leggi, il che costituiva un cattivo giudizio. Ma non ha portato nulla, né alle aziende né ai privati, in termini di libertà.
La sua politica non è mai stata liberale. È stato l’iniziatore delle politiche populiste che hanno prevalso e continuano a prevalere dopo di lui. Con lui gli italiani hanno imparato più di prima a prendersi gioco dei propri politici. Con le sue argomentazioni spesso leali verso gli altri e la sua condotta, sia personale che politica, nutriva disprezzo per la propria persona.
Non c’è da stupirsi, quindi, che i populisti abbiano governato, con il partito clownesco dei Cinque Stelle, di cui nessuno ha ancora capito il vero contenuto, e poi con l’estrema destra, il partito Fratelli d’Italia attualmente al potere con Giorgia Meloni. Un triste spreco di trent’anni di potere…
“Appassionato di alcol. Piantagrane. Introverso. Studente. Amante dei social media. Ninja del web. Fan del bacon. Lettore”.