Giovedì, i ministri europei hanno raggiunto un accordo su due aspetti chiave della riforma della politica migratoria. La riforma prevede un sistema di solidarietà tra gli Stati membri e un rapido vaglio delle domande di asilo alla frontiera per alcuni esuli, al fine di poterli rimpatriare più facilmente nei paesi di origine o di transito. La commissaria UE per gli affari interni Ylva Johansson ha accolto con favore un “passo molto importante” per il patto di asilo e migrazione, introdotto nel settembre 2020.
Giovedì 8 giugno è stato segnato da difficili negoziati tra gli Stati membri sullo scottante tema della migrazione. Contro ogni aspettativa, i ministri dell’Interno europei riuniti a Bruxelles sono riusciti a firmare in serata un accordo dopo tre anni di intense discussioni: la bozza di riforma è stata presentata dalla Commissione europea a settembre 2020.
Questo via libera apre la strada ai colloqui con il Parlamento europeo, con l’obiettivo di adottare la riforma prima delle elezioni europee del giugno 2024.
Il ministro dell’Interno tedesco Nancy Weser ha dichiarato: “Queste non sono decisioni facili per tutti intorno al tavolo, ma sono decisioni storiche”. La commissaria Ue per gli affari interni Ylva Johansson ha accolto con favore un “passo molto importante” per il patto di asilo e migrazione.
Quindi cosa c’è nell’affare? I migranti dell’informazione valutano.
1/ Meccanismo di solidarietà
Uno dei testi approvati dai ministri prevede un sistema di solidarietà tra Stati membri nella cura dei migranti. Si dice che circa 30.000 richiedenti asilo vengano trasferiti ogni anno in un paese dell’UE.
Questo meccanismo di solidarietà sarebbe obbligatorio ma “flessibile” all’interno dell’UE a cura degli esuli.
>> Da (ri)leggere: Bruxelles invita i paesi dell’UE ad accogliere più richiedenti asilo dall’Italia
Gli Stati membri dovranno accogliere un certo numero di tali richiedenti che arrivano in un paese dell’UE sotto la pressione dell’immigrazione o se non forniscono un contributo finanziario.
I paesi che rifiutano di accettare i migranti dovranno pagare 20.000 euro per ogni richiedente asilo che non viene trasferito. Questi importi saranno versati in un fondo amministrato dall’UNHCR, che mira a finanziare progetti relativi alla gestione della migrazione.
2/ Rapido esame delle domande di asilo
L’altro testo approvato dai ministri obbliga gli Stati membri ad attuare una procedura celere per l’esame delle domande di asilo – 12 settimane al massimo -, presso i centri situati alla frontiera, per i migranti che hanno le minori possibilità statistica di ottenere lo status di rifugiato.
>> Da (ri)leggere: In Europa, le domande di asilo sono al livello più alto dal 2016
Il ministro belga per l’Asilo e la migrazione, Nicole de Maur, ha commentato che questo è il caso, ad esempio, per i cittadini “provenienti da Marocco, Algeria, Tunisia, Senegal, Bangladesh e Pakistan”.
L’obiettivo è facilitare il ritorno di questi migranti nei loro paesi di origine o di transito.
3/ Le proposte non sono state selezionate
Durante le discussioni, decine di Stati membri, tra cui Italia e Grecia, hanno espresso contrarietà o riserve alle proposte sul tavolo.
È il caso, ad esempio, della disponibilità di alcuni Paesi a versare denaro ai Paesi in prima linea quando arrivano i migranti. In cambio, questi stati avrebbero amministrato l’accoglienza degli esuli.
Una proposta fortemente respinta da alcuni Paesi, tra cui l’Italia. “Abbiamo escluso l’ipotesi che l’Italia e tutti gli Stati membri di primo ingresso paghino per trattenere i clandestini sul loro territorio. L’Italia non sarà il centro di accoglienza dei migranti per conto dell’Europa”, ha detto in una nota il ministro italiano Matteo Pentedosi. .
Italia e Grecia, così come altri Paesi, da parte loro hanno chiesto la possibilità di rimpatriare i migranti cui è stato negato l’asilo verso Paesi terzi “sicuri” attraverso i quali sono transitati, anche in assenza di altri legami (famiglia, lavoro, ecc. .) tra il migrante e quel paese . Un’idea che ha incontrato l’ostilità della Germania. Il compromesso afferma che spetta agli Stati membri valutare se il semplice transito costituisca un collegamento sufficiente.
E il ministro tedesco ha chiesto che “le famiglie con bambini piccoli non siano soggette a misure di frontiera”. Questa disposizione, difesa da una minoranza di Stati membri, è stata solo allegata al testo.
4/ L’ostilità di alcuni paesi
Polonia e Ungheria hanno votato contro la riforma, mentre Bulgaria, Malta, Lituania e Slovacchia si sono astenuti, secondo la Presidenza svedese del Consiglio dell’Unione Europea, che ha condotto i lunghi e complessi negoziati.
>> Da (ri)leggere: La Polonia dice “no” al piano Ue proposto per il reinsediamento dei migranti
Venerdì, il primo ministro nazionalista ungherese Viktor Orban ha definito l’accordo “inaccettabile”. “Bruxelles sta abusando del suo potere. Vogliono ‘trasferire’ i migranti in Ungheria con la forza. Questo è inaccettabile”, si legge in un messaggio pubblicato su Twitter dal portavoce del governo Zoltán Kovacs.