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In Italia, l’avvocatura umanista del presidente Sergio Mattarella

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LETTERA DA ROMA

Gli italiani associano spesso il poeta e romanziere Alessandro Manzoni (1785-1873) a ricordi scolastici piuttosto dolorosi: quelli delle letture obbligatorie e dei commenti obbligatori. Tuttavia, è bastato un intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per proiettare l’opera “popolare ma non populista” dello scrittore, considerato uno dei padri fondatori della nazione italiana, nel presente di un Paese dominato dall’estrema destra.

Suonano come tanti sottilmente velati riferimenti ai dibattiti attuali, alcune affermazioni fatte a Milano il 23 maggio, in occasione del 150e anniversario della morte dell’autore da parte del Capo dello Stato, custode della Costituzione e della moderazione democratica, furono subito interpretati come un sottile intervento morale.

Milanese e cattolico, Alessandro Manzoni è una delle figure tutelari del Risorgimento, quel lungo processo fatto di trasformazioni culturali, sconvolgimenti politici e campagne militari che portò alla fine dell’Ottocento.e secolo sulla nascita dell’Italia come Stato unitario e sovrano. La sua opera maggiore, studiata a scuola da generazioni di italiani, Persone sposate, è un romanzo voluminoso ed epico, ambientato in una Lombardia del XVIIe secolo soffocante sotto lo stivale spagnolo.

“Gli stati d’animo delle folle anonime”

Nonostante la lunghezza del romanzo, la sua trama può essere riassunta semplicemente. Renzo e Lucia sono giovani, si amano, vogliono sposarsi. Ma un piccolo nobile locale si innamora della giovane e la rapisce. Renzo farà di tutto per salvarla attraverso avventure il cui sfondo è ricco di riferimenti politici al presente dell’autore. Pubblicato in varie versioni tra il 1820 e il 1840, quando il nord del Paese era sotto la dominazione austriaca, il romanzo è anche un manifesto per il diritto dei popoli all’autodeterminazione e un atto d’accusa contro l’arbitrarietà dei potenti.

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“Nella sua visione, è la persona, in quanto figlio di Dio e non per la sua ascendenza, la sua appartenenza ad un gruppo etnico o ad una comunità nazionale, ad essere portatrice di diritti universali. L’uomo come tale, e non solo come membro di una nazione, come cittadino, deve essere portatore di dignità e di diritti. dichiarò solennemente il signor Mattarella su Alessandro Manzoni.

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Il Presidente della Repubblica Italiana ha reso omaggio anche ad un altro testo dell’autore, La storia della colonna infameun racconto dedicato ai deliri di massa paranoici e omicidi che si abbatterono su Milano con l’epidemia di peste del 1630. Un monito contro “gli umori di folle anonime” e contro “i rischi che si corrono quando i detentori del potere – politico, legislativo, giudiziario – cercano di soddisfarli a tutti i costi, ricercando solo un consenso effimero”. I commentatori contrari al governo della Meloni si sono affrettati a leggere una critica implicita alla retorica populista che ha spinto lei ei suoi alleati nel panorama politico del Paese.

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