Fino alla fine l’Italia avrà creduto al miracolo, rigore dopo rigore davanti alla rete scozzese negli ultimi istanti. Ma, crudeltà estrema, un tondo contropiede sferrato da Duhan Van der Merwe nei suoi ventidue metri ha spinto l’apertore Blair Kinghorn nell’area di meta italiana, prova del bonus offensivo per i Caledonians, assicurati così il terzo posto nella classifica mentre i transalpini, moralmente distrutti, raccolgono nel Torneo il dodicesimo cucchiaio di legno della loro storia.
Un finale pieno di suspense
La prestazione italiana a Murrayfield è stata di prim’ordine perché, quando è arrivato il momento di rientrare negli spogliatoi all’intervallo, i compagni di Michele Lamaro erano nelle unghie (12-6). Certo, avevano concesso due mete, ma la piccola differenza nel punteggio ha dato loro un assaggio della possibilità di successo. La Scozia, senza genio, aveva messo a segno la prima delle sue quattro mete di giornata dal suo immancabile Van der Merwe (13°) che ha mostrato, alla fine dell’ala, le sue doti di acrobata.
Poi è stata la volta dell’apertore Blair Kinghorn (30esimo), al posto di Finn Russell, infortunato e forfait, a segnare dopo un lungo periodo di dominio tra il 19esimo e il 29esimo. Fino a quando l’Italia è penalizzata da una doppia inferiorità numerica dopo il cartellino giallo del suo pilastro destro Marco Riccioni (29°). Con l’ala Gesi fuori per far entrare il sostituto pilone Pietro Cecarelli, gli italiani hanno lasciato Kinghorn per manovrare in loro difesa.
Nella seconda metà, Kinghorn ha piantato il suo doppio (44esimo) al potere. Ma allo scoccare dell’ora la Nazionale, improvvisamente rinvigorita, va in vantaggio (19-14) con il primo gol di Tommaso Allan, autore di una meta (62°), e Paolo Garbisi (66°) autore di un rigore. Poi è arrivata la fine della partita durante la quale la Scozia si è preparata davanti alla propria porta prima di lanciare un’offensiva in grande stile, conclusa dalla tripletta dei loro tre quarti di tutto, Blair Kinghorn, sostituto ideale che è diventato il migliore in campo ( 26-14).
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