Giovedì, i funzionari eletti democratici hanno chiesto al presidente Joe Biden di annullare il visto dell’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro, che si trova in Florida (sud), rifiutando che gli Stati Uniti fungano da rifugio per l’ex leader.
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“Non dobbiamo permettere a Bolsonaro o a qualsiasi altro ex funzionario brasiliano di trovare rifugio negli Stati Uniti per sfuggire alla giustizia per qualsiasi possibile crimine commesso durante il suo mandato”, hanno scritto questi 41 funzionari eletti, tutti democratici. Giovedì è stata rilasciata una lettera aperta al presidente Biden.
Appellent, in ogni caso, il gouvernement of America à « cooperer pleinement à toute enquête du gouvernement brésilien, si on our le demande » e à verifier the legal statut aux États-Unis de l’ancien president, arrivé sur le territoire american en tant que Presidente.
I parlamentari chiedono inoltre al Dipartimento di Giustizia di indagare sul possibile “sostegno o finanziamento” da parte degli Stati Uniti per i crimini violenti avvenuti l’8 gennaio, riferendosi all’invasione e al saccheggio quel giorno di tre centri simbolici del potere a Brasilia da parte dei sostenitori dell’ex presidente Bolsonaro.
Questi eventi sono venuti a ricordare l’attentato al Campidoglio del 6 gennaio 2021.
Il presidente di estrema destra aveva lasciato il Brasile per la Florida due giorni prima dell’insediamento del 1° gennaio di Luiz Inacio Lula da Silva. Vive nella casa di un ex combattente brasiliano di MMA.
E’ stato portato in ospedale domenica scorsa per “aderenze” intestinali ed è stato dimesso martedì sera.
La sua permanenza in Florida mette gli Stati Uniti in una luce relativamente imbarazzante, in particolare in riferimento agli ex ospiti dei controversi leader latinoamericani.
Interrogato mercoledì, il capo della diplomazia statunitense, Anthony Blinken, ha affermato che gli Stati Uniti non hanno ricevuto alcuna richiesta dal Brasile in merito a Jair Bolsonaro, ma che elaboreranno tale richiesta “rapidamente”.
Joe Biden ha invitato il suo omologo brasiliano Lula a venire a trovarlo a Washington all’inizio di febbraio.
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