Nostalgia del passato, l’ultimo film di Mario Martone con l’incredibile Pierfrancesco Favino, è una meraviglia. Il nome nostalgia deriva dal greco νόστος, nostos Il che significa indietro. e Fillide tornò a Napoli, Itaca, dopo una lunga assenza. Ma a Napoli Penelope non la aspetta, ma la sua vecchia madre sta morendo.
Quello che doveva essere un breve soggiorno a Muscat si trasforma in qualcosa di molto più grande e pesante. Immergiti nel passato. Un passato non riconosciuto, non riconosciuto dove attende una “resa dei conti”, che è rimasta sospesa per diversi decenni. Ogni passo in città sembra un invito a forze oscure e misteriose che possono apparire ad ogni angolo di strada.
William Faulkner disse: “Il passato non è morto, non è del passato”. Phyllis si accorgerà presto che la vernice con cui ha coperto il suo arrivo in città, per amor di discrezione, si sta screpolando dappertutto perché il passato, la sua giovinezza, sta ribollendo come una colata lavica sotterranea.
Girato interamente nel quartiere Sanita, una delle zone più interessanti e meno turistiche della città con i suoi muri intonacati ei vicoli accidentati, il film conserva dall’inizio alla fine un sapore agrodolce di rimpianto. Come una nascosta consapevolezza dell’irreversibilità.