Normalmente, i repubblicani dovrebbero celebrare una nuova maggioranza alla Camera, ma di questi tempi non c’è molto di normale nella politica americana.
Anche se il presidente Biden rimane impopolare e la sua amministrazione continua a fare i conti con un’economia indomabile, la vittoria elettorale repubblicana di medio termine sa di sconfitta.
Il partito è debole e non è chiaro se riuscirà ad uscire dalla trappola in cui è stato risucchiato aggrappandosi alla locomotiva di Trump.
Delusione elettorale
Lungi dall’essere la schiacciante attesa, le elezioni di medio termine hanno visto i repubblicani ottenere modesti guadagni alla Camera dei Rappresentanti e perdite in diverse legislature statali. Al Senato i democratici hanno mantenuto il controllo e dovrebbero impadronirsi della maggioranza dopo il ballottaggio in Georgia.
Per questa performance deludente, gli analisti sono quasi unanimi nell’incolpare il sostegno di Donald Trump ai candidati sconfitti in gare ristrette che normalmente sarebbero andate ai repubblicani.
Il relativo successo dei repubblicani che hanno preso le distanze dall’ex presidente, come il governatore della Florida Ron DeSantis, non significa che il partito possa voltare pagina.
Guasto alla guida
Il controllo dei repubblicani sulla Camera dei Rappresentanti rivelerà la crisi della leadership del partito, la povertà del suo programma e le divisioni che ribollono al suo interno.
Il rappresentante della California Kevin McCarthy è il favorito per candidarsi a presidente della Camera, ma sarà alla mercé di alcuni membri ultra partigiani del suo partito che rischiano di rovinare i suoi piani legislativi… se ce ne sono.
Dico “se ci fossero piani” perché il partito è stato senza timone da quando ha scelto di abbandonare la sua piattaforma politica a favore di un impegno per i capricci di Trump.
La mancanza di direzione del partito è diventata evidente quando McCarthy ha rivelato il suo piano per la nuova sessione, che consisterebbe essenzialmente nell’avviare indagini apparentemente prive di fondamento su figure di spicco del Partito Democratico e, soprattutto, sul figlio del presidente Biden.
Spaccature e rischio di rottura
Le divisioni tra i repubblicani fanno già notizia ogni giorno. Ultimo esempio: il clamore suscitato dall’incontro tra Trump e Nick Fuentes, famigerato suprematista bianco e antisemita. Anche se i repubblicani eletti denunciassero questo incontro, pochi oserebbe denunciare pubblicamente Trump.
Questa ferita continuerà ad inasprirsi nei prossimi mesi, mentre la commissione sui fatti del 6 gennaio 2021 presenterà il suo rapporto e le cause penali e civili contro Trump porteranno molti repubblicani a prendere le distanze e a radicalizzare l’ex presidente. incarnato.
I cultisti di Trump e coloro che tollerano le dichiarazioni tossiche dell’alt-right purtroppo costituiscono un blocco inevitabile nel Partito Repubblicano e i funzionari eletti rischiano molto alienando questi elettori.
Tuttavia, un giorno il partito dovrà espellere questo cancro. Se lo farà, dovrà affrontare pesanti perdite a breve termine, soprattutto se porterà a una candidatura presidenziale indipendente da Trump. Se non lo farà, soccomberà all’estremismo e la democrazia americana ne risentirà.
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