mercoledì, Novembre 27, 2024
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Dopo la Ocean Viking, la Francia invita l’Italia a rispettare “la legge del mare”

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Parigi non accoglierà i richiedenti asilo arrivati ​​in Italia fintanto che Roma non “rispetterà la legge del mare” e rifiuterà lo sbarco delle navi di migranti salvate nel Mediterraneo, ha avvertito venerdì il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin. a Bruxelles. I “Paesi del sud del Mediterraneo devono anche aprire i loro porti” alle navi di salvataggio dei migranti “che navigano nelle loro acque territoriali”, ha sottolineato Gérald Darmanin.

Due settimane dopo questa crisi franco-italiana attorno all’Ocean Viking, anche i ministri dell’Interno europei hanno approvato un piano d’azione per non “riprodurre questo tipo di situazione”. Il piano d’azione di emergenza, proposto lunedì dalla Commissione europea e approvato dai ministri, propone 20 misure, in particolare per rafforzare la cooperazione con paesi come Tunisia, Libia o Egitto al fine di prevenire le partenze e aumentare i rimpatri dei migranti irregolari.

Prevede inoltre un migliore coordinamento e scambio di informazioni tra gli Stati e le ONG che soccorrono i migranti in mare e intende “promuovere discussioni all’interno dell’Organizzazione marittima internazionale” (IMO) sulle “linee guida per le navi che effettuano operazioni di salvataggio in mare”.

Finite le tensioni tra Francia e Italia la questione dei migranti soccorsi nel Mediterraneo sono stati al centro di un incontro straordinario questo venerdì a Bruxelles (Belgio). I ministri dell’Interno europei si sono riuniti nella capitale dell’Unione europea (UE) preoccupati per l’aumento degli arrivi attraverso la rotta dei Balcani occidentali.

Forte aumento degli ingressi irregolari

La crisi franco-italiana ha riacceso il delicatissimo dibattito sulla solidarietà tra Paesi Ue in tema di migrazione, mentre una riforma presentata due anni fa dalla Commissione Europea è a un punto morto, e gli ingressi irregolari alle frontiere esterne dell’Unione sono in forte aumento (280.000 nei primi dieci mesi dell’anno, +77%).

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L’incontro è stato convocato su richiesta di Parigi, a seguito della recente crisi con la Roma intorno al nave umanitaria Ocean Viking e i suoi 234 migranti. La barca è finalmente approdata in Francia l’11 novembre su base “eccezionale” dopo che il governo italiano di estrema destra si è rifiutato di Giorgia Meloni per accoglierlo.

Queste tensioni hanno riacceso il delicatissimo dibattito sulla solidarietà tra i Paesi Ue in tema di migrazione, mentre una riforma presentata due anni fa dalla Commissione europea è in fase di stallo. In risposta all’atteggiamento giudicato “inaccettabile” da Roma, il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, ha annunciato di sospendere la prevista accoglienza in Francia di 3.500 richiedenti asilo in Italia. Questa reazione è denunciata come “ingiustificata” da Giorgia Meloni, che ha ricordato che il suo Paese ha accolto quest’anno quasi 90mila migranti.

Questi “ricollocamenti” sono previsti nel quadro di un meccanismo temporaneo di solidarietà europea approvato a giugno, che la stessa Francia ha avviato durante la sua presidenza semestrale del Consiglio dell’Ue. Una dozzina di paesi si sono impegnati ad accogliere circa 8.000 richiedenti asilo in un anno, Francia e Germania ne accolgono 3.500 ciascuna. Finora sono avvenuti solo un centinaio di trasferimenti. Ma a Parigi il ministero dell’Interno non vuole più una “situazione dove lo stesso Stato (Francia) è chiamato ad accogliere navi sul suo territorio e anche a effettuare ricollocazioni da altri Stati membri”.

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Nel tentativo di rilanciare questo meccanismo, lunedì la Commissione ha presentato un piano d’azione sul Mediterraneo centrale. Mira in particolare a rafforzare la cooperazione con i paesi di origine e di transito, in particolare Tunisia, Libia ed Egitto, per prevenire le partenze e aumentare il ritorno dei migranti irregolari. Questo piano mira anche a migliorare la cooperazione in materia di salvataggio in mare tra gli Stati membri, nonché con le organizzazioni non governative che gestiscono navi umanitarie, e “a promuovere discussioni all’interno dell’Organizzazione marittima internazionale” (IMO) su “linee guida per quelle navi che effettuano operazioni di soccorso in mare”.

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