Decine di migliaia di persone hanno marciato sabato a Roma per chiedere la pace in Ucraina e la fine dell’invio di armi da parte del governo italiano per combattere l’invasione russa. “No alla guerra. No all’invio di armi“, potremmo leggere su un grande striscione portato dai manifestanti – che sono 30.000, secondo i dati della polizia citati dai media italiani – che scandivano: “dare una possibilità alla pace!“.
L’Italia, uno dei membri fondatori della Nato, ha sostenuto l’Ucraina dall’inizio del conflitto a fine febbraio, in particolare fornendole armi. Il nuovo premier di estrema destra, Giorgia Meloni, ha detto che non cambierà e il governo prevede di inviare presto ulteriori equipaggiamenti militari. Ma alcuni, tra cui l’ex premier Giuseppe Conte, ritengono che l’Italia dovrebbe invece intensificare i negoziati.
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“Le armi sono state inviate in anticipo con la motivazione che avrebbero impedito un’escalation“ha detto un manifestante, Roberto Zanotto, ad AFPTV. “Nove mesi dopo, mi sembra che ci sia stata un’escalation. Guarda i fatti: inviare armi non aiuta a fermare una guerra, le armi aiutano ad alimentare una guerra“.
Secondo Sara Gianpietro, studentessa, il conflitto si trascina consegnando armi all’Ucraina, che “ha conseguenze economiche per il nostro Paese, ma anche per il rispetto dei diritti umaniVenerdì i ministri degli Esteri degli Stati del G7, Italia compresa, hanno promesso di continuare a sostenere l’Ucraina nella sua lotta contro la Russia.
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