Sabato, la multinazionale italiana Eni ha annunciato che Gazprom ha interrotto le sue spedizioni di gas naturale verso l’Italia. Nel bel mezzo di una crisi energetica, l’interruzione delle consegne avrà scarso impatto sulla penisola.
Per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina, la Russia ha chiuso i rubinetti del gas all’Italia. Quindi è la prima volta che la penisola non riceve alcuna fornitura di gas russo, non importa quanto piccola. Lo ha annunciato sabato la multinazionale italiana Eni, principale importatore di gas russo in Italia. Il colosso russo Gazprom si è giustificato invocando problemi amministrativi con l’Austria, bloccando l’approvvigionamento attraverso il gasdotto Taj che attraversa il Paese. Mentre Vienna ha negato qualsiasi responsabilità per la questione, Gazprom ha affermato che sta lavorando per affrontare il taglio in Italia. Roma sospetta che si tratti di un atto di rappresaglia del Cremlino contro le sanzioni europee dopo che la Russia ha annesso le regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhia.
Fermare il gas russo: impatto limitato sull’Italia
Qualche mese fa, questa riduzione ha indubbiamente avuto conseguenze senza precedenti per l’Italia. E per una buona ragione, un anno fa, la penisola dipendeva dal gas russo per il 40% del suo consumo. Oggi acquista appena il 10% del gas in Russia. Dall’inizio della guerra in Ucraina, il governo italiano ha già diversificato i fornitori. Queste operazioni dovrebbero consentire la sostituzione graduale di oltre 20 miliardi di metri cubi di gas importati annualmente dalla Russia fino alla fine del 2021.
L’Italia ha sviluppato notevolmente le sue importazioni con l’Algeria, dalla quale riceve più di 80 milioni di metri cubi al giorno. Il volume dovrebbe aumentare gradualmente da 9 miliardi di metri cubi consegnati quest’anno a 18 miliardi di metri cubi nel 2024.
Quest’inverno l’Italia potrà contare anche sul rafforzamento degli acquisti dai Paesi nordici (circa altri quattro miliardi di metri cubi). A questo si aggiungeranno le prime spedizioni di gas naturale liquefatto, importato principalmente dall’Egitto, e dalla prossima primavera anche da Qatar, Congo, Angola e Nigeria.
L’Italia convoca l’ambasciatore russo
Nel frattempo, lunedì, l’ambasciatore russo in Italia Sergey Razov è stato convocato al ministero degli Esteri. La Farnesina intende dimostrare che l’Italia non riconosce il risultato dei referendum della scorsa settimana in Ucraina, e la successiva annessione dei territori.
L’iniziativa di Roma non è isolata ma fa parte dell’iniziativa dell’UE, e Berlino ha convocato anche l’ambasciatore russo in Germania.