Uomini sulla Terra, di diversi continenti e sensibili ai “partiti”: papa Francesco ha creato sabato 20 nuovi cardinali vicini alla sua serie di vittorie, un passo in più nella preparazione alla sua successione.
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Il concilio, l’ottavo pontificato di papa Francesco da quando è stato eletto nel 2013, nasce tra le speculazioni sulla salute dell’85enne papa, costretto a usare una sedia a rotelle per diversi mesi a causa di un dolore al ginocchio e lasciato. Egli “apre” la possibilità di abbandonare un giorno il suo ministero.
Alle 16:00 (14:00 GMT) di sabato, sotto la doratura della Basilica di San Pietro a Roma, il Papa creerà 20 nuovi cardinali, tra i quali 16 “elettori” – under 80 – in grado di partecipare al The incontro segreto in futuro.
La nomina di questi alti vescovi responsabili dell’aiuto al papa è al vaglio degli osservatori che la vedono come un’indicazione della potenziale serie di 1,3 miliardi di cattolici del futuro leader spirituale.
Sensibile alle comunità minoritarie, alle fibre sociali e al proselitismo, il gesuita argentino si è liberato dalla tradizionale scelta degli arcivescovi delle grandi città, preferendo tratti meno prevedibili.
Al termine di questo concilio, il primo dal novembre 2020, papa Francesco avrà scelto 83 cardinali su un totale attuale di 132 elettori, circa due terzi, la proporzione necessaria per eleggere un nuovo papa, anche se questa scelta è sempre inaspettata .
Con il 40% degli elettori, l’Europa rimane il continente più rappresentato, davanti a Sud America e Asia (16% ciascuno), Africa (13%) e Nord America (12%).
Notevole tra le figure americane è Robert McIlroy, il vescovo di San Diego in California, considerato progressista in particolare per le sue posizioni sui cattolici LGBT.
Da segnalare anche l’inaspettata selezione del missionario italiano Giorgio Marengo, governatore apostolico di Ulaanbaatar (Mongolia), che a 48 anni diventerà il cardinale più giovane del mondo.
“Nella sua semplicità e umiltà ascolto persone più esperte di me”, ha detto sabato ai giornalisti, fiducioso di essere “sorpreso” e “onorato” di essere nominato.
“È un segno di interesse per quei fatti che generalmente sono considerati una minoranza (…) Sappiamo quanto sia importante l’emarginazione nel cuore del Santo Padre”, ha aggiunto, riferendosi al Paese del suo messaggio.
Jean-Marc Avlin, arcivescovo di Marsiglia, particolarmente impegnato nel dialogo interreligioso, è diventato il sesto francese nel Collegio cardinalizio.
Altri uomini in campo in veste viola, il nigeriano Peter Okpalecki, il brasiliano Leonardo Ulrich Steiner o ancora Virgilio do Carmo da Silva, arcivescovo di Dili (Timor Est).
Tre futuri cardinali occupano già incarichi di responsabilità in Corea, il “governo” del Vaticano: il britannico Arthur Roche, il sudcoreano Lazaro Yu Hyung-sik e lo spagnolo Fernando Vergiz Alzaga.
Come di consueto, tutti si inginocchieranno davanti al Papa per ricevere il fermaglio rosso (il copricapo quadrato) e l’anello cardinalizio. La cerimonia, che sarà rappresentata dalla Francia dal ministro dell’Interno Gerald Darmanin, sarà seguita da una tradizionale “visita di cortesia” in Vaticano, che consentirà al pubblico di salutare i nuovi “signori della Chiesa”.
Nell’ambito di questo processo, lunedì e martedì, ci sarà un incontro con 197 cardinali e leader religiosi di tutto il mondo, che il Papa ha voluto riunire per discutere della nuova “costituzione” vaticana, entrata in vigore a giugno. e il futuro della Chiesa. Meeting permette, indirettamente, di prepararsi al prossimo incontro.
Sarebbe un’opportunità per “conoscersi meglio, perché veniamo da tutto il mondo”, ha detto il vescovo McIlroy, e per discutere “il riorientamento della Corea”.
Jorge Bergoglio ha recentemente accelerato le sue riforme in Curia e nelle sue finanze e vuole introdurre più orizzontalità nel governo della Chiesa, dando più spazio alle donne e ai laici.
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