Positivo granata per oltre un’ora (gol di Nkoulou), poi Pirlo fa il giusto cambio e McKennie pareggia. Il difensore segna il gol della vittoria in finale
La Juve vince di misura e alla fine, stavolta, ma vince e riprende la rimonta in vetta. Con due gol in fotocopiatura ispirati ai cross di Cuadrado nel cuore dell’area avversaria, trasformati in reti prima da McKennie e poi da Bonucci. Punizione eccessiva per il Toro che si porta in vantaggio, ma è il commento di tante rimonte subite dagli uomini di Giampaolo. E poi subire il ribaltamento del risultato da parte degli avversari che sbucano in area piccola è un dettaglio che affligge ulteriormente i granata. Mentre la classifica piange lacrime amare.
Tattiche aggressive
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La Juve è partita, come se volessero dare un solo morso al Toro. Anche il calcio d’inizio è calciato verso la porta di Sirigu: forse per dimostrazione o intimidazione, chissà. Fatto sta che l’unico tentativo rimarrà fino al 44 ‘quando Dybala, da fuori area, attiverà il suo lift sinistro. Ma il pallone non ha la forza necessaria. E nemmeno l’angolo per poter far preoccupare il portiere granata. Il Toro invece graffia subito, su corner di Ansaldi la palla raggiunge il primo palo dove Meité prova ad allungarla con il tallone ma fallisce ed è Rabiot a deviarla accidentalmente alle sue spalle. Tocco corto che diventa assist per Nkoulou: ala destra da cinque metri nell’angolo opposto.
Zaza sbaglia il raddoppio
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Passano quattro minuti e Belotti da centrocampo trova libero il corridoio per mettere Zaza in corsa davanti a Szczesny. L’attaccante può calciare con il suo piede preferito, il mancino, da dentro l’area: il portiere sembra condannato e invece respinge il tiro senza forza. Così il raddoppio sfuma e la Juve riprende la manovra di occupazione della metà campo avversaria. Costringendo il Toro a difendersi in dieci. Pirlo chiede a Chiesa e Kulusevski pressioni costanti su difensori e portieri per impedire un approccio lucido alla manovra granata. E ci riesce perché spesso tocca a Sirigu alzare e i piedi di un portiere non valgono quelli di un centrocampista.
Belotti emozione
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Quando però la Juve colpisce centralmente la barriera eretta da Giampaolo, il Torino ha la capacità e la capacità di pungere in contropiede. Se Linetty e Zaza fossero più ispirati, il rischio dello 0-2 per i bianconeri sarebbe alto. Ma non è così e Szczesny è preoccupato solo da un colpo di Lyanco (esterno) da venticinque metri e soprattutto da un’acrobazia del solito Belotti che al 46 ‘si infila in area colpendo un cross di Ansaldi: una piccola palla alta. E andiamo tutti a bere il tè.
Illusione di Cuadrado
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Il secondo tempo si apre con una pressione accentuata della Juve che porta Cuadrado a fare la quinta punta. L’assenza di Morata viene quindi tamponata con Ronaldo al centro, Dybala alle sue spalle, Chiesa a sinistra e Kulusevski con il rinforzo di Cuadrado a destra. Ma in mezzo non c’è equilibrio e poi al 12 ‘Pirlo inserisce Ramsey per Kulusevski. Un attimo dopo Dybala calcia dalla bandiera, Rodriguez devia come può, da fuori Cuadrado calcia subito e trova la deviazione di Ansaldi che beffa Sirigu. Tuttavia, l’arbitro Mazzoleni, al Var, disegna la posizione di fuorigioco attivo di Bonucci davanti a Sirigu che Orsato in campo va a confermare una volta che l’azione viene rivista sul monitor. Nessun pareggio.
Sorpasso alla Juventus
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La Juve dovrà aspettare una ventina di minuti per arrivare all’1-1 valido. Pirlo ha appena effettuato un doppio cambio inserendo Alex Sandro e McKennie e passando alle retrovie. Su un angolo la difesa granata sale quasi tutta ma Singo e Lyanco sono in ritardo, bruciati dall’incursione di McKennie che su cross di Cuadrado entra di testa. Passano una decina di minuti e l’azione si ripete. Questa volta Bonucci ci mette la testa vincente: il derby è la Juventus.
5 dicembre 2020 (modifica il 5 dicembre 2020 | 20:21)
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