Il viceministro degli Esteri russo Andrei Rudenko è stato citato dalle agenzie russe per aver affermato lunedì che la Russia ha ricevuto e sta studiando il piano di pace proposto dall’Italia. Per Luigi Di Maio, gruppo di facilitazione Proposto dalle Nazioni Unite “Bisogna tentare di ricostruire il dialogo tra due parti attualmente in guerra”.
I dettagli di questo piano non sono stati resi noti, ma secondo il quotidiano italiano La Repubblica Il documento molto dettagliato presentato alle Nazioni Unite e redatto dai diplomatici della Farnesina prevede quattro fasi, cessate il fuoco in Ucraina e smilitarizzazione del fronte sotto la supervisione dell’ONU, trattative sullo status dell’Ucraina, che entrerà nell’Unione Europea e non la NATO, un accordo bilaterale tra Ucraina e Russia su Crimea e Donbass (questi territori contesi godranno di piena autonomia con il diritto di garantirne la sicurezza, ma saranno sotto la sovranità ucraina) e la conclusione di un accordo multilaterale sulla pace e la sicurezza in Europa, il cui obiettivo principale è il disarmo, il controllo degli armamenti e la prevenzione dei conflitti.
Questo è ciò che sappiamo del piano italiano.
Cessate il fuoco e disarmo
Il primo passo è un cessate il fuoco immediato. Le trattative sono in corso mentre i combattimenti infuriano. ‘È un ingrediente essenziale’notano i nostri colleghi italiani “Perché non è realistico immaginare che l’armistizio si realizzerà da solo, o che sarà la precondizione per il negoziato”..
Un cessate il fuoco, nella proposta italiana, dovrebbe essere accompagnato da meccanismi per monitorare e disarmare la prima linea per discutere questioni aperte e aprire la strada alla fine delle ostilità. Questo è il passaggio più complesso.
Situazione Ucraina
La seconda fase ruota attorno ai negoziati multilaterali sul futuro status internazionale dell’Ucraina. In particolare, sulla possibile condizione della neutralità di kyiv, garantita da una “garanzia” politica internazionale. Questa neutralità sarà raggiunta dopo una conferenza di pace internazionale. Per proteggere gli ucraini, resta la condizione che questo status sia pienamente compatibile con l’intenzione del Paese di diventare membro dell’Unione Europea. Aspetto cruciale, il fatto che l’adesione è accompagnata da obblighi e clausole che devono essere modificate in base all’eccezionalità dell’appartenenza.
In Crimea e Donbass
Il terzo punto, il più “caldo” dal punto di vista diplomatico, riguarda la definizione dell’accordo bilaterale tra Russia e Ucraina sulle questioni regionali, sempre dopo la mediazione internazionale.
La questione spinosa dello status della Crimea e del Donbass è centrale. Nella proposta italiana le divergenze devono essere chiaramente risolte. Riguardano i confini internazionalmente riconosciuti, la sovranità, il controllo territoriale, le disposizioni legislative e costituzionali per queste regioni e le misure politiche di autogoverno.
Les diplomates transalpins estiment également qu’il faut mettre à l’ordre du jour des discussioni sur les droits linguistiques et culturels, la libera circolazione delle persone, des biens, des capitaux et des services, la préservation du patrimoine historique et determinatevisiones clausole de in volta.
È stato proposto un quadro chiaro: autonomia quasi completa per le aree contese e un’amministrazione della sicurezza indipendente.
accordo multilaterale
Infine, la Fase IV è vincolante a livello internazionale. È stato proposto un nuovo accordo multilaterale sulla pace e la sicurezza in Europa, nel quadro dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa e della politica di vicinato dell’Unione europea. Di fatto, la riorganizzazione degli equilibri internazionali, a partire dal rapporto tra Unione Europea e Mosca.
In questo quadro, è necessario identificare una serie di priorità elencate: stabilità strategica, disarmo e controllo degli armamenti, prevenzione dei conflitti e misure di rafforzamento della fiducia. Inoltre, la definizione di un aspetto molto sottile del dopoguerra è anche oggetto di mediazione: il ritiro delle forze russe dai territori occupati. L’obiettivo è riportarli allo status quo almeno prima del 24 febbraio 2022, data dell’invasione voluta da Putin. Questo ritiro sarà graduale.
“Appassionato di alcol. Piantagrane. Introverso. Studente. Amante dei social media. Ninja del web. Fan del bacon. Lettore”.