domenica, Novembre 24, 2024
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Ortoressia, un disturbo non riconosciuto vicino all’anoressia

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Passa più di un’ora davanti alla corsia del cibo per leggere la composizione di ogni prodotto e mastica 50 volte per dare l’impressione che il tuo cervello mangi di più: si sviluppa un’ossessione per un’alimentazione sana.

Attualmente, non esiste un consenso scientifico sui plantari. Le due posizioni più comunemente supportate sono classificarlo come un disturbo alimentare (DE) o un disturbo comportamentale ossessivo.

L’ortoressia, ancora oggetto di scarse ricerche, può essere rilevata con un test di dieci domande sviluppato da Stephen Bratman, medico americano che nel 1995 ha dato questo nome al disturbo da lui stesso sofferto.

Alexandre Chappé, psicologo francese, riassume: “Se un paziente distingue tra cibi sani e malsani, se sentimenti forti o addirittura sproporzionati lo invadono verso cibi malsani e questo ha un impatto sulla sua vita quotidiana, allora probabilmente ha l’osteoporosi”.

Afferma che l’ortoressia ha “vicinanza” all’anoressia, ma c’è una differenza tra i due: “l’osteopata non vuole perdere peso”, quando l’obiettivo di una persona con anoressia lo è.

Il dietista Lawrence Meyer analizza: “Le persone con plantari apprezzano meno l’immagine estetica del corpo, ma vedono i loro corpi dal punto di vista della loro salute”.

Più che voler essere in salute, “hanno paura di essere avvelenati da pesticidi o cibo, di morire di cancro”, spiega Alexander Chaboye.

Lo psicologo afferma che adottano diete rigide, che di per sé non costituiscono un problema “finché non ne si soffre, non si isola e la salute non ne risente”.

Ma secondo Lawrence Meyer, le persone che seguono determinate diete escludendo determinati tipi di cibo possono essere “a maggior rischio di sviluppare un disturbo alimentare”.

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“Lo sviluppo di comportamenti molto rigidi, come fanno le persone con plantari, porta a un’interruzione sociale” e può creare un “spostamento” verso comportamenti ossessivi dannosi, aggiunge.

Tanto più che a causa di vari scandali agroalimentari, come la recente contaminazione del cioccolato o della pizza da parte di batteri, “la fiducia dei consumatori è stata gravemente indebolita”.

Il dietista Lawrence Meyer eleva il profilo di questo fenomeno tra “atleti, studenti di salute, ricercatori e nutrizionisti”. Tuttavia, non ci sono dati ufficiali su quanto sia diffuso questo disturbo nel mondo.

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