Tribuna. Ad aprile 2021, dieci ex attivisti italiani di età compresa tra 63 e 78 anni sono stati arrestati dalla sottodirezione antiterrorismo (SDAT). I fatti di cui sono accusati risalgono a più di quarant’anni fa, e le loro condanne a circa trent’anni. Questi uomini e queste donne si sono rifugiati in Francia decenni fa, e il nostro Paese si è poi impegnato, attraverso la voce del suo Presidente della Repubblica, François Mitterrand, a non estradarli mai.
Questa “dottrina Mitterrand”, decisa in pieno accordo con l’Italia “per placare gli animi tra i due paesi”come fece notare l’ex consigliere diplomatico Jean Musitelli, fu definito nel corso di un incontro con l’allora presidente del Consiglio italiano, Bettino Craxi, al quale François Mitterrand era molto legato.
Formalizzata nel febbraio e nell’aprile 1985, questa “politica” prevedeva di non estradare i detenuti che avevano “rotto con la macchina infernale in cui erano entrati”. Perché, per François Mitterrand, “Ciò che conta con il terrorismo non è tanto sapere come ci si entra, ma sapere come uscirne”. Nessuno di questi “mansi”, dopo quarant’anni trascorsi in territorio francese, ha dovuto fare i conti con la giustizia: hanno lavorato, ora sono in pensione, genitori, nonni.
La Francia complice della carcerazione di anziani
In caso di estradizione in Italia, saranno immediatamente rinchiusi in carceri di massima sicurezza e posti sotto il regime carcerario riservato, in particolare, alle persone condannate per terrorismo. Termineranno la loro vita tra queste mura e lasceranno alle spalle intere famiglie, puro prodotto di questo manicomio, tagliate fuori dai loro antenati.
La Francia, che si dice orgogliosa di partecipare a un’operazione del genere, in questa presunta “bisogno assoluto di giustizia”, per usare i termini del Presidente della Repubblica, sceglie l’opzione peggiore risalendo a una “parola data”. La protezione che è stata concessa a centinaia di italiani negli anni ’80 si trasforma quindi, quattro decenni dopo e per dieci di loro, in una trappola. Quanto all’accordo tra MM. Macron e Draghi, rende la Francia complice della carcerazione degli anziani fino alla fine dei loro giorni.
Tutto questo in nome delle vittime? Sì, supponiamo che il nostro Custode dei Sigilli, che ciononostante lo proclamò con orgoglio, alcuni anni fa “per le vittime il luogo del lutto non è il tribunale ma il cimitero”. Ma che dire allora delle vittime di queste decine di “pentiti” che hanno visto la loro pena fortemente ridotta o “dimenticata” in cambio di informazioni fornite ai servizi di intelligence e alla giustizia italiana?
Hai ancora il 64,73% di questo articolo da leggere. Quanto segue è riservato agli abbonati.