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Finanziamento opaco per un edificio a Londra | In Vaticano, un cardinale al centro di un grande esperimento finanziario

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(Città del Vaticano) Cardinale al centro di un processo finanziario, mai sentito prima in Vaticano: La Santa Sede ha annunciato sabato il deferimento al tribunale penale di dieci persone, tra cui l’influente Angelo Pesci, coinvolto nel misterioso caso di finanziamento, via Imprenditori italiani, palazzo di lusso a Londra.

Aggiornato il 3 luglio. 2021

Gail Branchiro
Agenzia media francese

Il cardinale Bessio, 73 anni, che è stato uno stretto collaboratore del Papa, comparirà con gli altri imputati davanti al Tribunale della Santa Sede dal 27 luglio.

In questo caso è processato per appropriazione indebita, abuso di potere e testimoni, i cui primi elementi hanno cominciato ad apparire sulla stampa italiana nel settembre 2020, quando papa Francesco lo ha destituito dall’incarico.

In un comunicato diffuso sabato dal suo entourage, il cardinale si è detto “vittima di un complotto” e ha protestato per la sua “assoluta innocenza”. Affermando di essere stato inchiodato in una “pillola dei media”, ha detto che aveva fretta di spiegarsi.

Angelo Becciu era il numero due della Segreteria di Stato, l’amministrazione centrale della Santa Sede, quando nel 2014 è iniziato il processo per l’acquisto del London Building.

Appartamenti di lusso a Chelsea

Tra gli altri imputati, per abuso di potere deve rispondere lo svizzero Rene Bruhlhart, ex capo della Financial Information Authority (AIF), il poliziotto finanziario della Santa Sede.

Verranno condannati anche due sacerdoti: monsignor Mauro Carlino, a lungo segretario privato di Angelo Pescio, e monsignor Enrico Crasso, già direttore dell’eredità riservata alla Segreteria di Stato, una manna di diverse centinaia di milioni di euro che proviene in gran parte dal “Denario di San Pietro”, ovvero donazioni di privati ​​al Vaticano.

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Altri implicati sono Tommaso de Rosa, ex direttore dell’AIF, Cecilia Marugna, meglio conosciuta come “La Dame de Cardinal”, giovane cancelliera italiana a cui è stato affidato dal ministero degli Esteri mezzo milione di euro su un conto in Slovenia, l’investitore Raffaele Mincione, l’avvocato Nicola Squillace, e Fabrizio Tirabassi, ex alto funzionario vaticano, e Gianluigi Torzi, broker arrestato lo scorso maggio a Londra.

Attraverso la voce del loro avvocato, Rene Bruhlhart e Mauro Carlino hanno detto sabato di essere sempre stati “leali” e di agire “nell’interesse della Santa Sede”.

L’investimento al centro dello scandalo è un edificio nell’elegante quartiere Chelsea di Londra in Sloane Avenue, 17.000 m2 Trasformato in cinquanta appartamenti di lusso. La prima partecipazione al progetto è avvenuta nel 2014 attraverso il Fondo Lussemburgo gestito dalla holding Raffaele Mincione.

L’opaca gestione finanziaria, attraverso la Svizzera e il Lussemburgo, spinse il Vaticano quattro anni dopo a porvi fine acquistando l’intero London Building.

L’edificio era molto caro, intermediari avidi e somme enormi andavano in fumo. Con altri investimenti rischiosi, il danno al Vaticano ammonterà a diverse centinaia di milioni di euro, secondo la stampa italiana.

riforma finanziaria

Nel novembre 2019 papa Francesco ha ammesso alla stampa che c’era uno “scandalo” di corruzione all’interno del Vaticano. “Abbiamo fatto cose che non erano appropriate”, si lamentò il Sovereign Ink.

La Santa Sede ha confermato sabato che il processo edilizio londinese è “direttamente legato alle direttive e alla riforma di Sua Santità Papa Francesco nell’interesse della trasparenza e dell’unificazione delle risorse finanziarie del Vaticano”.

Il papa argentino è stato eletto nel 2013 in particolare per regolare le finanze del Vaticano, una riforma scrupolosa che ha incontrato resistenze all’interno di alcuni dei “dipartimenti” (ministeri) che gestiscono il denaro in modo troppo indipendente e troppo opaco.

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Nel 2017 ha osservato che “riparare” la Curia romana (il governo vaticano) è come “pulire la Grande Sfinge d’Egitto con uno spazzolino da denti”.

A tal fine ha creato nel 2014 la Segreteria Generale per l’Economia, ha ripulito una Banca Vaticana contenente zolfo che nel 2015 ha chiuso 5.000 conti sospetti, ha curato le gare d’appalto per le sue spese interne e ha affidato all’Amministrazione del Patrimonio della Santa Sede (APSA) gestire i bilanci di molte delle amministrazioni vaticane.

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