martedì, Novembre 19, 2024
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ESCLUSIVA – L’Italia mantiene il target di deficit del 5,6% nonostante le previsioni di crescita in calo

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Il governo di Mario Draghi si sta preparando a tagliare le sue previsioni di crescita per quest’anno al 2,8% dal precedente obiettivo del 4,7% fissato a settembre, hanno affermato le fonti, tra l’aumento dei costi energetici e le turbolenze legate all’invasione russa dell’Ucraina.

Sottolineando l’obiettivo di disavanzo del 5,6%, Draghi è stato aiutato dal fatto che, sulla base delle tendenze attuali, il disavanzo è sulla buona strada per raggiungere il 5,3%, secondo le fonti, consentendo un potenziale margine di manovra da 4 a 5 miliardi. Euro (da 4,4 a 5,5 miliardi di dollari) in spese aggiuntive senza aumentare l’obiettivo attuale. L’anno scorso il deficit era del 7,2%.

Il Tesoro pubblicherà i nuovi dati la prossima settimana nel suo Documento economico e finanziario annuale (DEF).

Draghi ha subito pressioni dalla sua coalizione di governo per accettare un nuovo importante pacchetto di spesa per sostenere la crescita della terza economia più grande della zona euro, e alcuni leader di partito potrebbero continuare a cercare di superare la sua testardaggine.

Le fonti affermano che i numeri sono ancora soggetti a variazioni marginali in quanto il Tesoro attende i dati fiscali definitivi per il quarto trimestre del 2021, che l’Istat rilascerà il 5 aprile.

Le fonti, che hanno chiesto di non essere nominate per la delicatezza della questione, affermano che per il 2023 Roma vede ora una crescita del PIL intorno al 2,5%. La nuova previsione è al di sotto del target ufficiale del 2,8% fissato a settembre.

La previsione di crescita si basa su uno scenario politico invariato, e pertanto non include l’impatto di nuove misure di sostegno da finanziare con lo spazio di bilancio.

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Per questo motivo, gli obiettivi finali del PIL saranno un po’ più ambiziosi.

L’Italia è cresciuta del 6,6% lo scorso anno, dopo una contrazione record del 9,0% nel 2020, a causa del prolungato lockdown dovuto al coronavirus.

Quest’anno non è iniziato bene. La produzione industriale italiana è scesa del 3,4% a gennaio rispetto al mese precedente, il calo più grande in più di un anno, anche prima dei venti contrari causati dalla guerra in Ucraina. Il sentimento dei consumatori e delle imprese è diminuito a marzo.

Il conflitto in Ucraina ha esacerbato i già elevati costi energetici e causato crisi di approvvigionamento agricolo.

Il governo ha finora stanziato più di 19 miliardi di euro dallo scorso luglio nel tentativo di mitigare l’aumento dei prezzi dell’energia e del carburante per le imprese e le famiglie.

L’Italia, le cui due principali banche sono fortemente esposte alla Russia e che fa molto affidamento su Mosca per il suo fabbisogno energetico, potrebbe vedere le sue prospettive di crescita peggiorare ulteriormente se l’Occidente inasprisse le sanzioni alla Russia.

Il Cremlino ha avvertito che Roma potrebbe subire “conseguenze irreversibili” se seguirà questa strada.

(1 dollaro = 0,9059 euro)

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