domenica, Novembre 24, 2024
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Il veterano più anziano d’America muore a 112

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(Washington) Il veterano di guerra più anziano d’America, Lawrence Brooks, è morto mercoledì all’età di 112 anni, secondo il World War II Museum di New Orleans.


Il direttore del museo Stephen J. Watson ha dichiarato in una dichiarazione che il museo “conserverà sempre i ricordi che abbiamo condiviso con Lawrence Brooks”.

“Era un caro amico, un uomo di profonda fede e grande gentilezza, e un’ispirazione per coloro che lo circondavano”, ha aggiunto, sottolineando che a 112 anni era il più anziano sopravvissuto di 240.000 veterani americani della seconda guerra mondiale.

Nato nel 1909 in un villaggio della Louisiana al culmine della segregazione razziale da una famiglia afroamericana di 15 figli, Lawrence Brooks fu chiamato nel 1940, unendosi a 91e Battaglione di ingegneri dell’unità afroamericana.

Di stanza in Australia, Nuova Guinea e Filippine. Faceva il cuoco per gli ufficiali bianchi del battaglione, e quindi lontano dal fronte, ma è scampato alla morte due volte: quando l’aereo su cui trasportava viveri ha finito il carburante, e quando un cecchino giapponese ha abbattuto un aereo. Un soldato è a pochi passi da lui.

Smobilitato nel 1945, non beneficiò del “Soldier Act”, una legge che consentiva ai veterani di frequentare il college gratuitamente, poiché gli afroamericani erano esclusi. Divenne un operaio dei lavori pubblici.

Poi ha raccontato i suoi ricordi del Museo di New Orleans, di cui è diventato un personaggio: ogni anno, lì festeggiava il suo compleanno, con onorificenze militari e gruppi jazz. Negli ultimi due anni, a causa della pandemia, sono state organizzate processioni davanti a casa sua.

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Nella sua video testimonianza, la veterana ha raccontato di essere rimasta sorpresa dal fatto che non ci fosse la segregazione razziale in Australia, mentre era ancora molto presente nell’esercito degli Stati Uniti, dove i soldati neri non condividevano la stessa tenda e non mangiavano allo stesso tavolo con il loro cibo. compagni bianchi.

“Sono stato trattato molto meglio in Australia di quanto non sia trattato dai miei colleghi bianchi”, ha detto.

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