martedì, Novembre 26, 2024
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L’ucraina Oksana Lyniv diventa la prima donna a dirigere un’orchestra d’opera in Italia

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Le statistiche parlano chiaro: nessuna opera in Italia è mai stata diretta da una direttrice donna, e l’ucraina Oksana Lyniv, 43 anni, questo mese prendendo il timone del Teatro Comunale, l’opera di Bologna, passa alla storia. Ironia della sorte, questa è la prima sorpresa: “Sono molto onorato di far parte di questa svolta storica, lei reagisce al Custode, ma a dire il vero, quando ho ricevuto la lettera dall’opera, non mi rendevo conto che sarei stata la prima donna a ricoprire questo incarico in Italia. “ In altre parole, come molti, non pensava che ci fosse ancora un soffitto di vetro da rompere.

Tuttavia, guardando la sua vita, ci diciamo che avrebbe potuto sospettarlo. Oksana Lyniv è una specialista in prima persona. Prima donna a dirigere la Filarmonica di Graz in Austria nel 2017, poi l’anno scorso la prima donna a dirigere un’orchestra al prestigioso Festival di Bayreuth in Germania, che in 145 anni di esistenza e serate dedicate a Richard Wagner non aveva mai visto prima di lei, uomini al il leggio.

Ma Oksana Lyniv non è solo “la prima donna”, è una direttrice brillante e virtuosa, elogiata dai suoi coetanei, richiesta ovunque e il cui successo non deve nulla al caso. È nata in una famiglia di musicisti, a Brody, in Ucraina. Suo padre era direttore di coro, suo nonno anche. Da bambina si interessava di tutto: pianoforte, flauto, violino, canto… Fino al 1990, quando crollò l’Unione Sovietica, quando capì che, molto più che un gioco, la musica era passione. della sua vita: “Sapevo che non potevo vivere senza musica, ero pronto morire di fame, ma non rinunciare al mio sogno, ha detto alla rivista ucraina Il giorno.

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Così a 16 anni entra in una scuola di musica e si prepara a dirigere orchestre in un universo esclusivamente maschile, senza insegnante né direttrice donna. Non importa, anche senza una modella, Oksana Lyniv ha mantenuto il suo sogno e da allora la situazione si è evoluta, “La parità di diritti è diventata un soggetto, lei dice, e tutti coloro che oggi vogliono diventare chef non devono più esitare, devono andare avanti e indietro. “

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