Tre piani ***
di Nanni Moretti
Film italiano 1 h 59
Non abbiamo notizie di Nani Moretti dal 2015 e la preoccupazione Analfabeta. Nel frattempo, il regista italiano ha realizzato un triste documentario Santiago, Italia, è passato un po’ inosservatoe chi è tornato L’esperienza cilena di Salvador Allende e le speranze suscitate dalla sinistra italiana, fornendo attraverso di lui una frustrante riflessione sullo sviluppo politico del suo Paese.
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Ancora una volta al crocevia tra intimità e politica, lo troviamo quest’anno in competizione per la Croisette con il suo nuovo film, tre piani (Tre piani). Questa volta, le fantasie ideologiche sono diventate individuali, così come la leggerezza e l’umorismo sono scomparsi in questo film oscuro che indica la crudeltà di un mondo in cui gli uomini non si capiscono più.
Adattamento di un romanzo dello scrittore israeliano Eshkol Nevo, la cui trama è stata trasferita a Roma, intrecciando le storie di diverse famiglie, che vivono nello stesso edificio di tre piani, di fronte a eventi inaspettati.
Due giudici onesti si rifiutano di aiutare il figlio che ha investito e ucciso una donna mentre guidava verso casa ubriaco, il padre di una bambina di 7 anni inizia a sospettare che il suo vicino in pensione gli abbia fatto del male, e per di più Flor Monica, la cui marito lavora all’estero, soffre della sua solitudine e del suo neonato, temendo che impazzisse come sua madre prima di lei.
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Tutti dovranno fare delle scelte, i cui risultati saranno misurati cinque anni dopo, e poi dieci anni dopo.
Astrazione e sobrietà insolite
Nanni Moretti mostra una straordinaria semplicità e sobrietà nel corso di questa storia che sovrappone piuttosto che costringere i destini di queste tre famiglie le cui azioni hanno ancora conseguenze l’una per l’altra.
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Come per sottolineare meglio le difficoltà che incontrano nel vivere insieme a livello di una casa, di un edificio, oa livello della società nel suo insieme. La testardaggine, la sfiducia e l’egoismo dettano il comportamento dei personaggi le cui azioni sono motivate dalla paura o dal senso di colpa.
Il regista non si è autocommiserato interpretando Vittorio, un giudice di integrità e un padre dal cuore di pietra, che rifiuta ciò che non lo è. “sulla sua strada nella vita” Obbligherà sua moglie a scegliere tra lui e suo figlio.
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“Mentre parliamo molto di ciò che lasceremo ai nostri figli dal punto di vista ambientale, parliamo poco di ciò che lasceremo loro dal punto di vista morale”, È da spiegare.
Per questa osservazione a volte spaventosa, Moretti contrappone felicemente, nella illuminante e struggente terza parte, la nostra capacità di rivolgerci agli altri e far trionfare l’amore, come un invito a Non restare rinchiuso nei nostri tre piani..
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