domenica, Novembre 24, 2024
MondoIndipendenza di Taiwan | Joe Biden costretto a chiarire commenti vaghi

Indipendenza di Taiwan | Joe Biden costretto a chiarire commenti vaghi

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(North Woodstock) Joe Biden ha sottolineato martedì di non voler incoraggiare l’indipendenza di Taiwan, al fine di rendere chiare nuove e vaghe dichiarazioni che potrebbero costituire un allontanamento dalla posizione tradizionale degli Stati Uniti sull’isola rivendicata dalla Cina.


Interrogato dai giornalisti, durante un viaggio nel New Hampshire, sui possibili progressi sulla questione di Taiwan durante il vertice virtuale di lunedì con il suo omologo cinese Xi Jinping, il presidente degli Stati Uniti ha risposto “affermativamente”.

“Sì. Abbiamo chiarito che sosteniamo la legge di Taiwan e basta”.

Il Taiwan Relations Act è una legge approvata dal Congresso degli Stati Uniti nel 1979 e regola la politica degli Stati Uniti in questo settore: Washington si impegna cioè a riconoscere una sola Cina, fornendo armi a Taiwan per difendersi.

Ma Joe Biden ha anche aggiunto, a quanto pare parlando di Taiwan: “È indipendente. Prende le sue decisioni”.

Questa formula rischiava di far arrabbiare Pechino, mentre il presidente Xi ha avvertito durante il loro incontro virtuale che lavorare per l’indipendenza dell’isola equivaleva a “giocare con il fuoco”.

Non incoraggiamo l’indipendenza. Poi il presidente degli Stati Uniti ha spiegato: “Li incoraggiamo a fare esattamente ciò che dice la legge di Taiwan”. “Ho detto che dovrebbero prendere le proprie decisioni su Taiwan, non su di noi”.

Joe Biden ha anche sottolineato ancora una volta che gli Stati Uniti non avevano alcuna intenzione di “cambiare” la politica statunitense.

Lunedì sera, ha avvertito che Washington si oppone “risolutamente” a qualsiasi “tentativo unilaterale di cambiare lo status quo o minare la pace e la stabilità nello stretto di Taiwan” – una frase che può essere detta in egual misura. Rivolgendosi ai leader taiwanesi.

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Il leader democratico aveva già seminato problemi a ottobre affermando che Washington aveva “l’obbligo” di difendere militarmente Taipei in caso di attacco cinese. Sembrava quindi rompere con la tradizionale “ambiguità strategica” degli Stati Uniti nel cui nome non hanno mai indicato se sarebbero intervenuti in caso di invasione dell’isola da parte di Pechino – un modo per mantenere la pace nel contrastare i governanti di Taiwan da una dichiarazione formale di indipendenza.

La Casa Bianca aveva già dovuto rettificare la situazione assicurandosi che non vi fosse alcun cambiamento di strategia.

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