Ci sono confini proibiti, un viaggio spaziale per salvare vite e tribù di animali pensanti da conquistare plasmaL’ultimo libro di Celine Maynard. Ma non è questo che gli è valso l’essere visto nell’edizione 2021 dei Medici, un premio che vorrebbe dare a un autore ancora sconosciuto tutta la fama che dovrebbe venirgli. È così che l’autore francese decostruisce il romanzo per servire da aperitivo che tiene il lettore in attesa fino alla fine.
E, come in ogni buon lavoro di fantascienza, la chiave del puzzle è solo alla fine. Non arrivi presto con questa storia, che in realtà prende la forma di una serie di racconti che non condividono molto un primo (e anche un secondo) aspetto. Cominciano in aria, su un’amaca, mentre tre funamboli compiono prodezze aeree grazie a questo je-ne-sais-quoi umano che sconcerterà sempre il senso di osservazione, per quanto irreparabile, di Bjorg, di “robot” che sembra che abbia preso il sopravvento su tutta o quasi tutta l’umanità.
Segui le storie una per una che non sono né capitoli né notizie. Non c’è linearità nella narrazione che è passata attraverso il mulino. Vediamo Jane Goodall presa direttamente da una realtà alternativa, Elaine Ripley all’inizio del viaggio in questo alieno Chiunque abbia visto l’umanità distruggere la Terra, la Luna e poi Marte, poi il Dr. Eli Sattler rivisita i primi organismi giurassici sepolti nei fanghi risalenti all’era glaciale.
plasma Raccoglie 157 pagine di strizzatine d’occhio e paragrafi confusi, come tante piccole palle di neve che contengono ognuna il proprio piccolo mondo, il proprio piccolo mondo. Poi l’ultima pagina, 158NS, trasforma questa trapunta nel tipo di lungo poema che fa esaurire anche il miglior haiku messo insieme.
La chiave è la vita
“Se lasciamo la terra come un parco giochi, è deserta […], vita, […] Senza portare le scimmie a pensare ai signori […]Non ci sarà”, ha scritto Celine Maynard, con molte più parole di quelle in plasma.
E cos’è questo plasma? Sta al lettore scoprirlo. Senza dubbio ci vengono le vertigini a leggere questo romanzo di fantascienza, ma non proprio di fantascienza, in cui dovremo osservare con il teleobiettivo più potente il centro dell’universo, per poi voltarci verso se stessi mentre eseguiamo un lento approssimazione fuori, attraversando strato per strato di questo plasma che forma lo spazio.
Visitare lo spazio è anche un modo per visitare il tempo, e in questo caso il futuro, il prossimo, è possibile anche se improbabile. È strano. Destabilizzazione. È uno dei romanzi di anticipazione preferiti dai fan, il che raramente è un buon segno, poiché è molto umano cercare punti di riferimento lungo la strada in modo da non perdere il conto.
In assenza di questi criteri, bisogna avere piena fiducia nell’autore per seguirli fino alla fine del plasma, alla fine dello spazio, dove speriamo che la vita sia ancora possibile. Perché senza vita, senza speranza e senza speranza, ci sono solo frammenti di storie completamente sconnesse.
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