DECRYPTION – Non meno di 102 progetti in ritardo o sospesi sono affidati a una cinquantina di commissari-ingegneri che hanno le carte in mano per andare più veloci.
Roma
Se c’è un settore in cui la rivoluzione Draghi è evidente, è quello delle infrastrutture. Già prima del piano di risanamento europeo, lo sblocco dei lavori di fermata è stato pressoché immediato. In pochi mesi il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, ha affidato ben 102 progetti in ritardo o sospesi a 49 commissari, ingegneri dotati di poteri straordinari che consentono loro di accelerare il passo. E questo per un valore complessivo di 96 miliardi di euro, “L’equivalente di quattro o cinque anni di lavori pubblici in Italia”, spiega Romain Bocognani, vicedirettore dell’Ance, l’associazione dei costruttori.
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Questi commissari ottengono le autorizzazioni necessarie più velocemente e possono scegliere le aziende praticamente senza gare d’appalto. 1è ottobre, il ministro Giovannini ha assicurato, in lista di sostegno, che “Dodici cantieri sono già stati consegnati e nove saranno consegnati entro fine anno”. È l’intero metodo di monitoraggio delle opere pubbliche che ha
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