L’amministratore delegato della Formula 1 Stefano Domenicali ha confermato che il Sudafrica è un candidato per il Gran Premio. Il circuito di Kyalami, che in passato è stato il round di apertura della F1, è stato completamente rinnovato e vuole prepararsi ad accogliere la disciplina.
“Abbiamo ricevuto l’interesse di Kyalami per tornare al calendario”. Confermato Domenicali. “Naturalmente, abbiamo parlato con loro per vedere se sono tecnicamente e finanziariamente pronti a rispettare il programma, quindi ci sono alcune discussioni in corso”.
Il continente africano potrebbe non avere solo il Sudafrica come paese candidato in questo continente, come afferma l’italiano: “Abbiamo ricevuto richieste da altri paesi dell’Africa? Per ora devo tenere tutto nascosto”.
La F1 vuole ‘facilitare’ lo sviluppo dell’Arabia Saudita
La Formula 1 organizzerà a fine novembre la sua prima gara in Arabia Saudita, meta controversa in quanto il regno è stato accusato di violazione dei diritti umani, e il Gran Premio è visto come la pratica del “washing sport”, ovvero quello di migliorare l’immagine organizzando eventi sportivi.
Domenicali ci assicura che la F1 “non avrebbe accettato di partire” se avesse rischiato di mettere a repentaglio la sua reputazione: “Il bello dello sport è che c’è bisogno di parlarne. Nella nostra cultura è necessario e importante seguire i diritti umani”.
“Crediamo che con la Formula 1 nel paese, non ci sia spazio per non dire la verità. Vogliamo facilitare e anticipare cambiamenti che, in un altro caso, potrebbero richiedere più tempo”.
“D’altra parte, non possiamo sperare in un batter d’occhio per il cambiamento dalla cultura millenaria. Non voglio essere in politica, ma la bellezza dello sport è assicurarsi che possano dimostrare che l’Arabia Saudita vuole il cambiamento. “
Domenicali sta cercando di convincersi che in Arabia Saudita è già in atto un cambiamento, ma, anche se accadrà, non arriverà abbastanza velocemente da non mettere in conflitto il Paese con lo slogan della Formula 1.
In effetti, il sistema mostrerà “We Race as One” quando va a Jeddah, una frase che dovrebbe promuovere l’inclusione di diversi generi, origini o persino diversi orientamenti sessuali. Temi sui quali il Paese è ancora lontano dall’essere aperto e comprensivo.
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