(Dushanbe) I membri dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai, guidata da Mosca e Pechino, hanno approvato venerdì la futura adesione dell’Iran a questa alleanza, che dovrebbe essere una controparte dell’influenza americana, anche se la sua azione concreta rimane limitata.
“Oggi avvieremo le procedure per introdurre l’Iran come membro dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai”, ha detto il presidente cinese Xi Jinping durante un video discorso dalla Cina, secondo i commenti tradotti in inglese.
Stava parlando al vertice dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai questa settimana a Dushanbe, la capitale del Tagikistan. L’organizzazione comprende anche India, Pakistan e diversi paesi dell’Asia centrale.
Il presidente russo Vladimir Putin e il primo ministro indiano Narendra Modi, che erano presenti al vertice, hanno salutato il primo ministro pakistano Imran Khan, che è praticamente a Dushanbe, con un benvenuto per la futura adesione dell’Iran.
“Accetta la mia gratitudine. Pace e benedizioni su di te”, ha detto il presidente iraniano Ebrahim Raisi, che è anche sul posto, ringraziando gli otto membri dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai.
Il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir Abdollahian, ha risposto in un tweet su Twitter: “Siamo lieti che il documento di adesione permanente della Repubblica islamica dell’Iran all’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai sia stato approvato a Dushanbe dai leader degli Stati membri”. .
Ha detto alla televisione iraniana che il processo di adesione sarebbe stato completato entro un anno o un anno e mezzo.
L’Iran ha fatto domanda per aderire all’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai già nel 2008 – con un forte sostegno russo – ma la sua candidatura è stata rallentata dalle sanzioni delle Nazioni Unite e di Washington sul suo programma nucleare.
L’adesione di India e Pakistan, i due vicini nemici, ha sollevato interrogativi sul futuro del gruppo. Ciò potrebbe creare nuove complicazioni geopolitiche per l’Iran.
Mosca e Pechino vogliono affermarsi come i due maggiori Paesi della regione, dopo il ritiro degli Stati Uniti dall’Afghanistan e la ripresa del controllo talebano.
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