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Martedì l’Italia commemora il terremoto del 24 agosto 2016 che ha ucciso quasi 300 persone, di cui 237 ad Amatrice. In questo borgo laziale, colpito da un terremoto di magnitudo 6, il Vescovo di Rieti, Mons. Domenico Pompelli, celebrerà una messa all’aperto, alla presenza del capo del governo, Mario Draghi.
Dal nostro corrispondente a Roma,
Cinque anni dopo questo terremotoChe ha interessato 140 borghi del centro Italia* in particolare il borgo di Amatrice, proseguono i lavori di ricostruzione.
Delle 41mila persone costrette allo sfollamento, più di 35mila sono ancora in alloggi di emergenza, ovvero edifici prefabbricati dove spesso manca tutto, compreso l’accesso a internet. Ad esempio, in Passatempo E nei 69 piccoli paesi che la circondano, 9 famiglie su 10 vivono in queste condizioni. Finora, nell’Italia centrale, dei 52.000 edifici per i quali sono stati richiesti aiuti statali, 12.000 sono stati riabilitati mentre sono in corso i lavori per altri 13.000. Delle 928 chiese distrutte, solo alcune sono state in grado di riaprire.
Decreti di semplificazione approvati un anno fa
Questi dati mostrano chiaramente l’accumulo di ritardi in tutti i siti. Il motivo principale è la burocrazia soffocante e la complessità degli standard di resistenza ai terremoti. Il governo di Giuseppe Conte non ha adottato i decreti di semplificazione fino ad agosto 2020. Ciò ha permesso al nuovo commissario straordinario, responsabile per la ricostruzione del centro Italia, Giovanni Legigni, di accelerare i progetti, soprattutto per la scuola e la sanità. Ma lunedì lui stesso ha ammesso durante una conferenza stampa che è impossibile fissare una scadenza per il completamento di tutti i lavori. Tuttavia, è finalmente iniziata la ricostruzione del centro storico di Amatrice, un percorso di grande valore simbolico.
► Per ascoltare anche: I terremoti scuotono regolarmente l’Europa sudorientale
I residenti dei villaggi rasi al suolo nel 2016 hanno davvero bisogno di ripristinare un po’ di ottimismo, tanto più che anche se quest’estate ci sono pochi turisti in più rispetto al 2020, ci vorranno anni per rilanciare questo settore essenziale dell’economia locale. Ma gli uomini e le donne che vivono in Appennino sono resilienti. Il loro desiderio di preservare il loro patrimonio artistico e culturale, nonché i privilegi gastronomici legati alle tradizioni ancestrali. Sanno che queste sono le chiavi fondamentali per la tanto attesa rinascita dei loro villaggi.
* Diverse regioni dell’Italia centrale – Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo – sono state colpite da un terremoto il 24 agosto 2016, seguito da un terremoto. nuovi terremoti 26 e 30 ottobre dello stesso anno e poi un altro terremoto il 18 gennaio 2017.
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