Quando l’ex primo ministro Enrico Letta, ora 54enne, è andato in esilio in Francia nel 2014, tutti in Italia hanno imparato presto la lezione. Era stato appena espulso da Palazzo Chigi, sede della Presidenza del Consiglio, dal compagno Matteo Renzi, allora sindaco di Firenze e segretario del Partito Democratico (PD), che aveva ottenuto dalla dirigenza della formazione di centrosinistra un voto di sfiducia per costringerlo a dimettersi… e sostituirlo. Sembra che Enrico Letta abbia rinunciato alla politica, professione spesso definita “famigerata”, e abbia preferito andare in esilio. È riuscito a crearsi una nuova carriera e una nuova vita all’estero: Preside della Facoltà di Affari Internazionali di Scienze Po Parigi da settembre 2015 – oltre alla presidenza dell’Istituto Jacques Delors.
E ora, sette anni dopo, nel marzo 2021, è tornato alla Roma. Con una nuova posizione di spicco all’interno del suo partito: segretario del Partito Democratico. C’è da dire che, dal 2009 al 2013, è stato il numero due, che ha sempre rappresentato una linea dell'”Unione della Sinistra” – leggermente minata durante il suo esilio – e che è stato “sponsorizzato” da Romano Prodi, il capo storico della fruttuosa alleanza tra la corrente cattolica progressista e gli ex comunisti, che era il suo braccio destro, e che l’epidemia richiedeva una leadership chiara e combattiva. Tante illustrazioni Hai bisogno di Lita (“Il bisogno di Lita”). Dopo l’annuncio all’inizio di marzo del licenziamento
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