Per molti anni Italia e Spagna hanno prodotto innumerevoli stelle del calcio, da Buffon a Pirlo, tra cui Xavi, Iniesta e Casillas. Più complessa, invece, la storia recente di questi due colossi del calcio mondiale, dal momento che non ci sono semifinali di una grande competizione internazionale da Euro 2012 (vittoria 4-0 della La Roja in finale sulla Squadra Azzurra). Considerati outsider, entrambi hanno deluso le aspettative salendo nelle ultime quattro di questo Euro, segnalando il loro ritorno in prima linea. Team Europe 1 ti racconta il revival di queste due grandi selezioni, prima che si incontrino martedì sera nelle semifinali a Wembley, Londra (21:00).
Rinascita dopo una lunga eclissi
Il “rinascimento” italiano è probabilmente il più emozionante. Perché dobbiamo misurare lo shock su un intero Paese il 13 novembre 2017, il giorno in cui La Squadra Azzurra si ritrova nelle qualificazioni ai Mondiali 2018 contro la Svezia (0-1, 0-0). Dopo questa tragedia nazionale, il tecnico Roberto Mancini ha avviato una vasta ricostruzione, puntando soprattutto sul gioco (su questo torneremo). Un sito che ha raggiunto un successo oltre ogni aspettativa, con un’incredibile serie di 32 partite imbattute da novembre 2018 (contro il Portogallo) e un fantastico Euro finora, con una fantastica vittoria sul Belgio (2-1) nei quarti di finale.
La Spagna non ha smesso di essere frustrata dal successo europeo nel 2012. La fine di una generazione d’oro per Casillas, Xavi, Iniesta e le loro coorti è stata dolorosa, con l’eliminazione al primo turno della Coppa del Mondo 2014 in Brasile. La Roja è stata poi sconfitta agli ottavi di Euro 2016 dall’Italia guidata da Antonio Conte, prima di essere frustrata dal paese ospitante, la Russia, ancora negli ottavi di finale dell’ultimo Mondiale (sconfitta ai rigori). Ma per due anni ho lavorato su una “Requista” malata con una nuova generazione di giocatori. Un cambiamento culminato in questo torneo, con due vittorie impressionanti contro la Slovacchia al primo turno (5-0) e contro la Croazia agli ottavi (5-3 agosto).
Rinascita grazie ai loro allenatori
C’è un punto in comune tra i due Paesi del Mediterraneo, l’allenatore carismatico, che attraversa i grandi club ed è la base per la loro rinascita. Luis Enrique, vincitore della Champions League con il Barcellona nel 2015, ha preso le redini della Roja sulla scia dei Mondiali 2018. L’ex trequartista deve ancora attraversare una terribile tragedia personale, con una malattia e poi la morte del suo figlia costringendolo a consegnare tra marzo e novembre 2019 Il suo ritorno in azione è stato comunque un successo, dando a Luis Enrique lo spirito e il carattere della selezione spagnola. “Questa scelta ha raggiunto l’impossibile: dare speranza a tutta la Spagna e farle sognare di realizzare ciò che sembrava così inverosimile”, ha detto sabato Emilio Contreras, vicedirettore del quotidiano sportivo. Marca.
Grandi imprese anche Roberto Mancini al timone della Squadra Azzurra. L’ex allenatore di Inter e Manchester City ha puntato tutto in una partita offensiva e leccata, sempre con grande pressione e intensità. Il suo discorso, basato sul collettivo, è stato perfettamente ascoltato e compreso dai suoi giocatori, che hanno ammirato fin dall’inizio dell’Euro. “C’è una voglia incredibile, un grande rispetto per i ruoli, l’energia e l’amicizia tra i giocatori”, ha contato, con ammirazione, l’ex stella del Nacional Alessandro Del Piero dopo la manifestazione contro il Belgio.
Rinascita di due gruppi senza grandi star
La squadra italiana si basa su una squadra di calcio di talento, ma senza stelle. La difesa, fortissima, può contare sul veterano duo juventino Giorgio Chiellini – Leonardo Bonucci, davanti al probabilissimo futuro portiere del Paris Saint-Germain, il giovane Gianluigi Donnarumma. Ha impressionato anche il centrocampista, con il metronomo Jorginho del Chelsea, anche il giovane e promettente Nicolo Parilla e, naturalmente, il parigino Marco Verratti. In attacco, il napoletano Lorenzo Insigne è stato impressionante contro il Belgio, con un gol superbo, mentre l’attaccante Ciro Immobile è tornato in campo dopo la brutta partita dei quarti di finale.
La Spagna, continua a giocare una partita di possesso che a volte può fare le fusa, come contro la Svizzera nei quarti di finale. Ma è anche in grado di mettere in campo una forza tremenda e avere infinite opportunità, come lo è stata contro la Croazia all’ottavo posto. La Roja, dove all’inizio degli anni 2000 sono rimasti solo il capitano Sergio Busquets e Jordi Alba, è l’orgoglio dei giocatori di club giovani e forti. Questi includono il solido muro dell’FC Barcelona Pedri, già partito in mezzo a soli 18 anni, o il portiere dell’Athletic Bilbao Unai Simon (24).
In attacco, affidandosi a Pablo Sarabia, sostituto del PSG martedì incerto per infortunio, ha criticato aspramente l’attaccante della Juventus Alvaro Morata ma ha risposto segnando contro la Croazia. Una grande prestazione contro il suo paese adottivo lo farà passare dall’esilio al campione. Vi raccontiamo una storia di rinascita.
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