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Chi sono le ex Brigate Rosse richieste dall’Italia?

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MESSA A FUOCO – La Corte d’appello di Parigi ha concluso oggi l’esame delle richieste di estradizione di nove ex attivisti di estrema sinistra ricercati dall’Italia.

Il ricordo delle Brigate Rosse sempre più amari lascia presto il segno definitivo? Mentre la Francia decide di andare avanti con il ritorno di alcuni criminali e terroristi di estrema sinistra in Italia, mercoledì vengono esaminati i fascicoli di estradizione di Giovanni Allemonti, Luigi Bergamin, Giorgio Pietrostefani e Raffaele Ventura. 30 giugno, dalla Corte d’Appello di Parigi. La scorsa settimana il tribunale ha esaminato quelli di Marina Petrella, Roberta Cappelli, Sergio Tornaghi, Narciso Manenti, Enzo Calvitti. Sono stati tutti condannati in Italia per coinvolgimento in uccisioni terroristiche negli anni di piombo, tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70. quarant’anni, da allora sono stati rilasciati sotto controllo giudiziario. Il caso ha fatto scalpore sulla stampa italiana, con la maggioranza delle aziende transalpine che ha approvato il loro ritorno in tribunale.

Questioni prioritarie di costituzionalità sono state depositate in prima udienza e le cause sottoposte a parere fino al 29 settembre. Interpellate da Le Figaro, Me William Julié, avvocato dello Stato italiano, ha sottolineato che le QPC poste dalla difesa sono discutibili in quanto “il sistema francese è stato progettato per essere equilibrato. Conserva pienamente la sovranità della giustizia francese“, Per cui sono preoccupati i legali delle ex Brigate Rosse.

Durante la prima sessione di revisione sono state presentate all’Italia richieste di ulteriori informazioni. “Il (lo Stato italiano, ndr) le risponderò senza problemi“, Dichiara Me Julié, per chi”l’importante è che ci sia stata una trasmissione di questi fascicoli alla giustizia francese“, un processo “legale, e non discrezionale come inteso qua e là. Ciò che è politico è se un decreto di estradizione viene firmato o meno dopo la fase giudiziariaAl contrario, Jean-Louis Chalanset, avvocato di Enzo Calvitti, ex Brigata Rossa, ha denunciato nei giorni scorsi un intervento politico, con un “tradimento della parola di Francia“, Mirando al ruolo di Emmanuel Macron:”C’è una parte della politica interna. Vuole consolidare la sua destra e la sua estrema destra».

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Chi sono gli attivisti rivendicati dall’Italia?

Delle nove persone coinvolte, cinque erano membri diretti delle Brigate Rosse. Infine, è attualmente ricercato un decimo attivista.

Marina PETRELLA : nato a Roma il 23 agosto 1954, questo ex dirigente della “colonna romanaDelle Brigate Rosse doveva essere estradato alla fine del 2008, ma il presidente Nicolas Sarkozy aveva bloccato il decreto per motivi di salute. Lasciandosi morire, fu poi ricoverata in psichiatria. “Mi porteranno via solo il cadavereHa detto a suo marito.

Rifugiato in Francia dal 1993, questo assistente sociale è rivendicato dall’Italia per l’ergastolo, compresa la complicità nell’omicidio di Sebastiano Vinci, commissario di polizia, il 19 giugno 1981 a Roma, e per il tentativo di sequestro di un vice della polizia prefetto nel 1982, Nicola Simone.

Questa residente di Saint-Denis, a nord di Parigi, che ha riacquistato la salute, mercoledì si è opposta alla sua estradizione, citando i suoi 30 anni di esilio in Francia, “una forma di espiazione perpetua», «senza remissione».

Roberta CAPPELLI: nato a Roma il 5 ottobre 1955. Questo brigadiere è stato condannato all’ergastolo, in particolare per “associazione terroristica“E per”omicidi aggravati». Fu ritenuta corresponsabile degli omicidi a Roma del generale Galavigi nel 1980 e del commissario Vinci l’anno successivo, nonché dell’agente di polizia Michele Granato nel novembre 1979».Vorrei esprimere la mia gratitudine per questa accoglienza in Francia», ha affermato l’educatore specializzato installato a Parigi da diversi decenni.

Sergio TORNAGHI: nato a Milano il 24 marzo 1958. Questo ex brigatista, esponente della colonna milanese noto come Walter Alasia, è accusato di aver avuto un ruolo nell’omicidio di un industriale milanese, Renato Briano, nel novembre 1980 Lui è stato condannato all’ergastolo. “Le accuse contro di me sono infondate“, ha dichiarato alla corte d’appello. Nel 1986 e nel 1996, i tribunali francesi hanno emesso due volte un parere sfavorevole per la sua estradizione. È divorziato e padre di tre figli.

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Narciso MANENTI: nato il 22 novembre 1957 a Telgate, in provincia di Bergamo. Membro di “Nuclei armati per il contropotere territoriale», che ha rivendicato gli attentati nel 1978 e 1979, è stato condannato all’ergastolo nel caso dell’omicidio di un gendarme, Giuseppe Gurrieri, nel marzo 1979. Rifugiato in Francia, si è sposato nel 1985 con una francese.

Giorgio PIETROSTEFANI: nato il 10 novembre 1943 a L’Aquila. Questo ex leader di “Lotta continua», movimento operaio marxista, è stato condannato a 14 anni di reclusione per il suo ruolo nell’omicidio nel 1972 a Milano di Luigi Calabresi, commissario di polizia. Avendo un trapianto di fegato, il suo stato di salute richiede il ricovero ogni tre mesi, ha detto alla corte. “Non possono esistere zone vietate per chi ha ucciso, ha reagito su Twitter il giornalista Mario Calabresi, figlio dell’assessore. Ma non riesco a trovare soddisfazione nel vedere una persona anziana e malata messa in prigione così tanto tempo dopo“fatti.

Giovanni ALIMONTI: nata a Roma il 30 agosto 1955. Condannato, tra l’altro, per tentato rapimento nel 1982 del viceprefetto Simone, così come di Marina Petrella. Deve scontare altri 11 anni e mezzo di carcere per”partecipazione a una banda armata“E”associazione terroristica».

Enzo CALVITTI: nato a Mafalda il 17 febbraio 1955. Anche lui delle Brigate Rosse, è stato condannato a 18 anni di reclusione per reati di”associazione terroristica“E”partecipazione a una banda armataSecondo il suo avvocato, l’uomo sposato vive in Francia con un permesso di soggiorno e si è ritirato dallo psicoterapeuta lo scorso anno.

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Luigi BERGAMIN : questo italiano nato nell’agosto del 1948 a Cittadella, vicino a Padova, è un ex attivista del gruppo Prima Linea. La sua estradizione era stata rifiutata dalla giustizia francese nei primi anni ’90. E’ rivendicato dall’Italia per il suo coinvolgimento nell’omicidio di un agente di polizia, Andrea Campagna, ucciso a Milano nell’aprile 1979 e in quello di un agente di polizia penitenziaria, Antonio Santoro, ucciso a Udine nel giugno 1978 da Cesare Battisti.

Raffaele VENTURA : nato il 25 ottobre 1949, questo ex membro delle Formazioni Comuniste Combattenti, secondo la giustizia italiana, è stato condannato a 24 anni di carcere per il suo coinvolgimento nell’omicidio di un ufficiale di polizia, Antonio Custra, nel maggio 1977 a Milano. Al contrario, questo regista di 71 anni sostiene di essere stato membro del movimento”Autonomia dei lavoratori», «che non ha mai sostenuto la lotta armataNaturalizzato francese nel 1986, rinunciò alla nazionalità italiana.

• L’uomo che ha sempre voluto è Maurizio DI MARZIO. L’ex capo delle Brigate Rosse, sulla sessantina, è stato arrestato nel 1994 a Parigi su richiesta dell’Italia. È stato condannato a 18 anni di carcere, anche per il suo ruolo, insieme a Marina Petrella e Giovanni Alimonti, nel tentativo di rapire il viceprefetto Simone.

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