La Corte d’Appello di Milano ha assolto giovedì il nigeriano Emeka Obi e l’italiano Gianluca Di Nardo, condannati nel 2018 a quattro anni di carcere per corruzione internazionale, in un caso che coinvolgeva i colossi petroliferi Eni e Shell. Coinvolte in un vasto caso di corruzione in Nigeria, Eni e Shell sono state assolte a marzo in primo grado da un tribunale di Milano.
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In questa clamorosa causa, la procura italiana sospettava i due gruppi di aver pagato 1,092 miliardi di dollari in tangenti, su un totale di 1,3 miliardi sborsati nel 2011, per l’acquisizione in Nigeria di una licenza di esplorazione del blocco petrolifero offshore OPL-245. Emeka Obi e Gianluca Di Nardo, che non hanno ancora iniziato a scontare la pena, erano sospettati di aver assunto il ruolo di intermediari nella vicenda.
La Corte d’Appello ha inoltre annullato i sequestri decisi in primo grado, di 98,4 milioni di dollari per il primo e di 21 milioni di franchi svizzeri per il secondo. Secondo l’accusa, l’ex ministro del petrolio nigeriano Dan Etete ha chiesto al sig. Obi, proprietario della società Energy Venture Partners, di trovare un acquirente per l’OPL-245, un blocco che si era comprato da solo. attribuito nel 1998, vendendolo a Malabu, società da lui stesso segretamente posseduta.
Paradossalmente, è stata Emeka Obi a far scoppiare il caso, avendo citato Dan Etete a Londra per farsi pagare la sua provvigione. Ha vinto la sua causa nel luglio 2013, ricevendo $ 110 milioni.
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